BUSTO ARSIZIO – Le gare e le manifestazioni sono sospese per il lockdown, ma il mondo dello sport non sta fermo contro il Covid-19. A Busto Arsizio sono molte le associazioni in campo attivamente per sostenere medici, infermieri e volontari in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus. Con una serie di iniziative benefiche, realizzate con uno spirito di squadra e di solidarietà che è nel DNA dei veri sportivi.
ASSB: mascherine all’ospedale
A partire dall’associazione che riunisce tutti i sodalizi sportivi cittadini, l’ASSB, che ha dovuto rinunciare alla tradizione della Pasqua dell’Atleta, rinviata a data da destinarsi dopo lo stop all’evento che era stato programmato per il 4 aprile. In occasione del forfait della manifestazione, il presidente Massimo Tosi aveva annunciato la donazione di 2000 mascherine certificate per il personale dell’ospedale di Busto Arsizio impegnato nei reparti Covid. La prima tranche di quella fornitura è arrivata: «Le prime 1050 mascherine, consegnate alla direzione dell’ospedale bustocco – spiegano dall’Associazione delle Società Sportive Bustesi – le altre che sono state ordinate arriveranno, in quanto sono ancora da sdoganare».
Panathlon: buoni per le parrocchie
In campo anche il Panathlon club Malpensa, altro sodalizio di sportivi sempre molto attivo e anch’esso presieduto da Massimo Tosi. Dopo aver aderito al Fondo “Insieme per Varese” della Fondazione Comunitaria del Varesotto, devolvendo l’importo di una “conviviale”, il Panathlon ha consegnato dei buoni acquisto alimentari della Coop (catena che ha due supermercati a Busto Arsizio) a due realtà impegnate sul fronte del sostegno alimentare ai più bisognosi, la parrocchia di Beata Giuliana e quella di San Giuseppe. «Tutti ci stiamo adoperando per esprimere vicinanza alle persone che soffrono e l’impegno sociale e umanitario posti in essere dai nostri club ne sono la testimonianza – aveva scritto il presidente Massimo Tosi in una lettera ai soci del sodalizio – ci stiamo attivando per mettere in campo iniziative che aiutino le nostre città. Ognuno secondo le proprie possibilità, tutti siamo impegnati affinché chi soffre possa tornare al più presto alla propria quotidianità».