Il ballerino di Latinfiexpo: «Nudo sul palco, ma l’abito non fa il monaco»

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BUSTO ARSIZIO – «A Latinfiexpo tutti mi vedono sempre così, nudo; fa parte del personaggio. Poi, però, quando ci mettiamo a parlare, scoprono la verità: sono una persona normalissima». L’abito non fa il monaco, spiega Maikol Rodriguez, ballerino originario di Matanzas. Ogni sera, insieme ai colleghi Adrian Furones e Papito El Vip, anima con il suo fisico scolpito le danze nell’area Cuba, richiamando un pubblico vasto ed entusiasta, soprattutto femminile. Una volta terminata la manifestazione di Malpensafiere dedicata alla cultura sudamericana sarà sul palco del Mi Cuba, locale dell’amico Lazarito Herrera che aprirà a fine settembre a Busto Arsizio.

Prima devi studiare

«Per me è stata una cosa dell’ultimo momento. A Cuba nasciamo già ballando, però c’è un pregiudizio: colui che fa danza è un po’ strano», ha raccontato Maikol del suo lavoro. «Ho iniziato a sette anni, partecipando poi al Carnevale e a tante manifestazioni. La danza è una vera e propria materia scolastica, a fianco di matematica, spagnolo o geografia. E puoi fare tutto ciò che vuoi, ma prima devi studiare, avere un titolo: io sono un tecnico in disegno meccanico. In molti mi hanno anche chiesto come ho ottenuto il mio fisico: là non stai mai fermo, o fai danza o fai sport, è sempre stato così».

Da Cuba all’Italia

La danza è una tradizione che si era un po’ persa, è tornata grazie ai turisti: «Vengono sull’isola per vederla. Salsa, soul, afro, rumba, pilón, in una fusione di Spagna e Africa: abbiamo tanti balli popolari, siamo fortunati ad avere una cultura così ricca. Ho studiato alla scuola Antoñica Nuñez di Matanzas, poi ho lavorato nel turismo. Sono arrivato in Italia ventenne, nel 1999, per un contratto di lavoro. Ho deciso di restare: rispetto a quanto ricevevo prima per un mese in albergo, sono rimasto stupito quando in sole quattro ore, e divertendomi, ho guadagnato le prime 150mila lire. È una passione: oggi insegno ad adulti e bambini a San Giuliano Milanese, al Raduno 97 di Marina Altieri, e allo Spazio Danza a Monza. Ho lavorato con Nagy Y Elio, Milton Morales, e ho fatto tanta televisione, trasmissioni come Domenica In e Buona Domenica».

Un personaggio della Playstation

«Banca Intesa mi ha chiamato per una festa con i dipendenti e i loro figli, mi hanno detto che c’erano quattrocento bambini, da tutta Europa. Mi sono un po’ spaventato, come fare a gestirli? Perdipiù avendo dei capelli così, essendo grosso e tutto nero c’era il rischio di intimorirli. Allora mi sono comportato come se fossi un personaggio della Playstation, facendo la mia entrata su un hoverboard vestito da militare: sono arrivati subito. Mia madre è stata una maestra d’asilo, lavorare con i bambini non è semplice: per loro deve essere un divertimento. Insegno tante forme di balli, l’importante è che non sia noioso, anche perché arrivano già dalla scuola. A volte mi chiedono di eseguire alcune canzoni: sono loro a insegnarmi la musica, sanno tutto. Dal momento che non ho tempo per guardare la televisione, ho conosciuto così “Soldi” di Mahmood e “Occidentali’s Karma” di Francesco Gabbani».

Una persona normalissima

«Nella mia famiglia a Cuba, veniamo da una forte tradizione, è un aspetto molto importante. Se sono arrivato dove sono è per questo motivo, il rispetto delle persone. Mi hanno detto: “Sei un cubano un po’ strano, non bevi e non fumi”. Non è la mia indole, sono fissato con il mio lavoro. Sono orgoglioso di questo, dell’educazione che mi hanno dato i miei genitori». Interrogato sulla quantità delle avances che riceve, Maikol ha voluto precisare: «Anche lì tante volte l’abito non fa il monaco. Mi vedono in quel modo ma sono una persona normale. E mi criticano anche, perché sembro un po’ strano: non vado a tante feste, preferisco andare al cinema. Appaio sempre così, nudo, ma se le ragazze vengono a trovarmi a casa, e magari vengo ad aprire con su un pigiama fino al collo, dicono: «È caduto un mito». È normale dare un certo tipo di idea, fa parte del personaggio. Ma tante volte rimangono anche male, perché riuscire a trovare la persona giusta è molto difficile, no? Le persone ti tengono lì come se fossi il burattino di turno. Quando però parlano con te vedono la verità, e cioè che sei una persona normalissima».

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