Ballottaggi a Saronno e Legnano, sfide che vanno oltre i confini

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VARESE – Legnano e Saronno, assalto al centrodestra al ballottaggio: due sfide che potrebbero segnare un cambio di rotta politico significativo per la provincia di Varese e l’Altomilanese. Domani, 4 ottobre, e lunedì 5 ottobre, tornano alle urne gli elettori delle due città, per decidere chi sarà il loro nuovo sindaco. Ma lunedì pomeriggio l’esito dei ballottaggi darà delle risposte che andranno ben oltre i confini amministrativi della città del Palio e di quella degli Amaretti.

Passato e presente

Il Pd e i suoi alleati vanno in cerca del ribaltone in entrambe le città, fortini del centrodestra ma in un recente passato già perse (Legnano nel 2012, Saronno nel 2010) e governate dal centrosinistra per un solo mandato. Due storie molto diverse. A Legnano il centrodestra prova a tornare alla guida del comune dopo gli arresti che hanno fatto decadere l’amministrazione di Giambattista Fratus: la candidata della coalizione trainata dalla Lega, Carolina Toia, grazie al 41,3% del primo turno, parte con 10 punti di vantaggio sul rivale del Pd (e civiche) Lorenzo Radice. A Saronno invece il primo turno ha segnato un clamoroso stop per il sindaco uscente (e vicepresidente della Provincia) Alessandro Fagioli che, sostenuto dal centrodestra unito, si è fermato al 36,6%, appena due punti sopra il rivale del Pd (e civiche) Augusto Airoldi.

Il centrodestra nel fortino

Il centrodestra quindi parte in vantaggio sia a Saronno sia a Legnano. Dove marcia unito e compatto, contrariamente ad altre realtà del territorio, come Luino e Somma Lombardo ma anche Cuggiono, dove le divisioni hanno provocato, o agevolato, la sconfitta della coalizione. Unito perlomeno nel suo assetto politico-partitico. Perché ha lasciato per strada una serie di fuoriusciti che, rientrati in partita sotto il vessillo delle liste civiche, hanno portato via consensi moderati che sarebbero stati fondamentali per chiudere la partita al primo turno. Consensi che, al ballottaggio, sembrerebbero in gran parte destinati ad essere dirottati sui candidati del centrosinistra. Ma nel segreto dell’urna, si sa, candidati e partiti non vedono.

Apparentati e no

A Saronno gli apparentamenti sono stati sanciti (con Obiettivo Saronno, lista civica che accoglie ex forzisti) o perlomeno dichiarati (con la lista di Pierluigi Gilli e gli alleati Italia Viva, +Europa e Unione Italiana, mentre solo Azione ha dichiarato di non appoggiare nessuno) con Airoldi, mentre a Legnano il candidato Dem Radice ha scelto la corsa solitaria, rifiutando ogni apparentamento (per poter governare con mani libere, se vincerà), ma indirettamente ha incassato la preferenza di tutti i rivali rimasti esclusi dal secondo turno. Insomma, centrodestra contro tutti, o quasi.

Oltre i confini

L’esito di lunedì pomeriggio potrebbe stravolgere anche la percezione del risultato del primo turno. In provincia di Varese, il centrosinistra ha strappato Luino al centrodestra e ha perso Laveno Mombello a favore dei civici, mentre negli altri comuni al voto si è assistito ad una sostanziale riconferma dei valori in campo, nella maggiorparte dei casi con il “bis” dei sindaci uscenti. Sarà dunque il risultato dei “tempi supplementari” di Saronno a stabilire se il centrosinistra potrà dire di aver vinto la tornata o se il centrodestra avrà tenuto botta rispetto a 5 anni fa. Un esito che si prospetta decisivo anche in vista delle prossime elezioni provinciali di secondo livello, che decideranno quale maggioranza (e quale presidente, visto che nel centrodestra si fa strada l’idea di chiedere a Emanuele Antonelli un passo indietro in nome di equilibri politici mutati con la sua iscrizione a Fratelli d’Italia e tra i nomi papabili per la “staffetta” c’era proprio quello di Alessandro Fagioli) governerà a Villa Recalcati nel prossimo biennio. Ma il risultato del ballottaggio tra Fagioli e Airoldi metterà una seria ipoteca anche sulla tornata elettorale della primavera 2021, quando si voterà a Varese, Busto Arsizio e Gallarate, e il centrodestra in caso di disfatta a Saronno non potrà certo dormire sonni tranquilli. Ma anche quel che succederà a Legnano avrà ricadute ben più ampie. Pensiamo ad esempio a come potrà cambiare il futuro di Accam con un ribaltone a Palazzo Malinverni.

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