«Basta edifici fatiscenti, ora o mai più». Busto alla sfida del decoro

BUSTO ARSIZIO – Via Matteotti a San Michele, i centri storici di Sacconago e di Borsano, ma anche un intero stabile in zona pedonale, e gli immobili del patrimonio pubblico, dal Conventino alle vecchie Carceri fino a Villa Radetzky e all’ex Borri. Il nuovo regolamento del decoro, approvato in consiglio comunale lunedì 30 novembre, è lo strumento per provare a mettere mano al degrado che tiene in scacco alcune zone della città. «Non ci sono più scusanti, ora o mai più, gli edifici fatiscenti devono essere recuperati – la riflessione di Paola Reguzzoni, consigliere della Lega con una lunga esperienza in amministrazione – c’è l’opportunità del superbonus del 110% e ci sono gli incentivi per la rigenerazione urbana di Regione Lombardia. E a Busto, con questo regolamento, e forse con qualche multa e un po’ di pressing dell’amministrazione riusciranno a sbloccare queste situazioni».

L’approvazione

Non solo vetrine e saracinesche. Il documento portato in consiglio comunale dalla vicesindaco e assessore allo sviluppo del territorio Manuela Maffioli e dall’assessore all’urbanistica e all’edilizia Giorgio Mariani rappresenta un’occasione per abbellire la città a 360 gradi, dato che interviene su diversi fronti per normare l’impatto estetico degli immobili, dalle vetrine alle facciate, dai dehors dei locali alle antenne e ai condizionatori. Sul tema della sostituzione delle “clèr” con le vetrine antisfondamento, è la Lega in extremis con un emendamento presentato dal capogruppo Ivo Azzimonti a recepire le richieste di chiarimento di Busto al Centro. Il gruppo civico accetta le modifiche, pur criticando, nelle parole della consigliera Laura Alba, l’«atteggiamento di “bassa lega”» mostrato con questo intervento dell’ultimo minuto, giudicato «non opportuno». Fanno discutere anche gli emendamenti del consigliere indipendente Diego Cornacchia, che era assente dall’aula “virtuale” dell’assemblea a distanza: per il gruppo Idee in Comune non si sarebbero dovuti nemmeno discutere. E la maggioranza respinge anche la modifica richiesta da Cornacchia che viene fatta propria da BaC.

Pubblico e privati

«Non si vuole fare cassa, ma dare stimoli» chiarisce Paola Reguzzoni, rivendicando l’azione della Lega nel dare impulso al regolamento del decoro e anche nel prevedere qualche sanzione per chi lascia in stato di abbandono le proprie proprietà. «Ma il primo esempio lo deve dare l’amministrazione. Non possiamo pretendere che un privato faccia quello che l’amministrazione non fa». Cosi, oltre al Conventino e alle ex Carceri, su cui è Soceba (il costruttore della Residenza del Conte di piazza Vittorio Emanuele) a dover intervenire, la consigliera della Lega cita anche palazzo Gilardoni, che richiederebbe un «corposo piano di ristrutturazione». Ma il pubblico, risponde il sindaco Emanuele Antonelli, «la sua parte l’ha fatta» – e giù l’elenco delle opere realizzate o in via di ultimazione, dalle scuole al commissariato di Polizia, fino alla nuova sede di Agesp Energia e alla palazzina Assb al Palariosto – «ma ha il problema delle risorse da reperire e delle lungaggini della burocrazia, mentre ai privati chiediamo solo un’imbiancatura e di rifare le saracinesche». E sulla riqualificazione del patrimonio pubblico è in campo, a caccia di finanziamenti regionali, l’assessore Giorgio Mariani.

La voce delle opposizioni

Un dibattito su cui l’opposizione non manca di fare qualche appunto critico. Cinzia Berutti (PD) sottolinea la «discrasia» tra il decoro richiesto ai privati e quello mancato del pubblico, mentre Gianluca Castiglioni (BaC) invoca «uno stimolo dall’amministrazione per aiutare i privati sulla sostituzione delle serrande». Ma è la capogruppo PD Valentina Verga a sintetizzare la critica politica: «Un buon proposito, ma un risultato deludente – dice del regolamento del decoro – un’occasione persa, si mette solo una pezza. Sarebbe stato meglio mettere mano alla materia in maniera globale, invece continuano ad esserci troppi regolamenti da spulciare per il cittadino, che avrà dubbi e perplessità su come agire».

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