Decoro a Busto, vetrine al posto delle serrande. «Obbligo, ma non per tutti»

BUSTO ARSIZIO – Chiarimento in commissione territorio, il nuovo regolamento sul decoro urbano marcia spedito verso l’approvazione in consiglio comunale. La vicesindaco e assessore allo sviluppo del territorio Manuela Maffioli, promotrice del documento insieme al delegato all’urbanistica ed edilizia Giorgio Mariani, rassicura sul fatto che la novità più significativa prevista nel documento, la sostituzione delle tradizionali “clèr”, le saracinesche chiuse, con le vetrine antisfondamento, rappresenta «un obbligo, ma non sempre e non per tutti»: solo per le nuove attività che si insediano nei tre centri storici (Busto, Borsano e Sacconago) e per quelle che effettuano lavori di straordinaria manutenzione, e non generalizzato per tutti i negozi. Una precisazione che arriva in seguito alla presentazione di un emendamento da parte del gruppo di opposizione Busto al Centro, proprio per scongiurare ogni ipotesi di obbligatorietà che «in un momento di difficoltà economica rischierebbe di essere particolarmente gravosa per le attività commerciali dei centri storici», come spiega il coordinatore del movimento civico Gianfranco Bottini.

Il chiarimento

Un’interpretazione che però, come spiegato dall’assessore leghista Manuela Maffioli, sarebbe il frutto di «un equivoco», visto che la sostituzione delle serrande avvolgibili “chiuse” o con saracinesche forate o a maglie larghe oppure con vetrine antisfondamento, illuminate fino alle 24 «non è obbligatoria ma prevista in caso di interventi di straordinaria manutenzione» oltre che di «nuove aperture», e sempre limitatamente ai tre centri storici della città. La consigliere Laura Alba (Busto al Centro) aveva proposto l’emendamento, sostenendo che la formulazione del testo originario «sembra introdurre un obbligo generalizzato» e chiedendo una modifica anche alla parte relativa agli incentivi, in modo tale da garantire «la possibilità di azioni di sostegno economico» per favorire le operazioni di rinnovamento delle saracinesche. Per la vicesindaco Maffioli «nulla in contrario a una precisazione che aiuti a comprendere meglio e che non altera il contenuto di quanto previsto». Alla fine il regolamento passa a maggioranza con qualche voto di astensione dalle opposizioni. Settimana prossima, 30 novembre, toccherà al consiglio ratificare il nuovo documento.

Decoro negli arredi dei dehors

Il regolamento, spiega l’assessore al commercio, «raggruppa per la prima volta» tutta una serie di norme relativo al decoro urbano. Anche per quanto riguarda gli arredi dei dehors dei locali, che dovranno essere consoni rispetto ai contesti in cui sono inseriti: «Si chiede solo un minimo di creanza, ma non pensiamo ad una “polizia” del decoro – chiarisce l’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani – significa che non si potranno più mettere le sedie della Sammontana con gli ombrelloni della Coca-Cola». Per quanto riguarda le altre richieste dei consiglieri, come quella della capogruppo PD Valentina Verga, di inserire una previsione specifica sulle luminarie natalizie, oppure quelle di Alberto Armiraglio (Idee in Comune) su obblighi più stringenti per gli orari di accesso dei camion del carico e scarico nella ZTL e sul divieto di passeggio per i cani sotto i portici, assessori e tecnici spiegano che sono «casistiche già normate in altri regolamenti, come quello di polizia urbana o quello sui tempi della città».

Dehors light d’inverno e vetrine illuminate invece delle clèr: Busto punta sul decoro

 

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