Battello spazzino, assolti dopo 5 anni gli ex amministratori di Prealpi Servizi

VARESE – Si è conclusa con l’assoluzione degli allora componenti del CdA di Prealpi Servizi la lunga vicenda giudiziaria del battello spazzino del lago Maggiore. Uno di loro, il gallaratese Massimo Bossi, è venuto a mancare quest’estate, così come Antonio Caniello, allora direttore di Sogeiva, la società pubblica poi confluita in Prealpi Servizi. «Il fatto non costituisce reato» ha sentenziato il Tribunale di Varese. Assoluzione piena dall’accusa di abuso d’ufficio, oltre che per Bossi, anche per Franco Gumiero, William Malnati, Sandro Orsi e Modesto Verderio.

La vicenda giudiziaria

La vicenda si riferisce al “battello spazzino” per la pulizia del lago Maggiore, acquistato nel 2001 dalla Provincia di Varese. Dopo che fu chiesto un parere tecnico a Sogeiva, la società di cui era direttore l’ingegner Caniello, l’imbarcazione risultò inadatta allo scopo e fu rivenduta. Ma la Corte dei Conti contestò il danno erariale, che fu poi sanato da Provincia e da Sogeiva, che era diventata, nel frattempo, Prealpi Servizi. La Procura aveva contestato l’abuso d’ufficio per i componenti del consiglio di amministrazione che hanno gestito, dal 2011 al 2014, Prealpi Servizi, ex Sogeiva.

L’assoluzione

Dopo ben cinque anni dagli avvisi di garanzia (notificati nel dicembre del 2015) è arrivata l’assoluzione piena per gli amministratori di Prealpi Servizi: per i giudici «il fatto non costituisce reato» per Massimo Bossi, Franco Gumiero, William Malnati, Sandro Orsi, Modesto Verderio. Smontata l’ipotesi di abuso d’ufficio per i componenti del consiglio di Prealpi Servizi. «Farà poca notizia, ma ci sembra davvero importante rendere noti i risultati del lungo procedimento in cui siamo stati coinvolti, soprattutto per chi non c’è più: la giustizia ha seguito il suo corso, troppo lungo, per arrivare all’epilogo sul quale mai abbiamo avuto dubbi» dichiarano gli amministratori.

Il ricordo di chi non c’è più

Erano stati accusati di presunto abuso d’ufficio per aver fatto pagare alla società un danno erariale che, secondo l’accusa doveva essere addebitato al direttore Antonio Caniello, anche lui, come Massimo Bossi, mancato prima della sentenza. «A questo punto, inutile rivangare il passato – scrivono l’ex presidente William Malnati e gli altri amministratori – giustizia è fatta! In un anno tanto difficile, ci preme evidenziare una sentenza che ristabilisce la verità, nel ricordo di Massimo Bossi e Antonio Caniello, che, come troppi in Italia, a causa delle lungaggini dei procedimenti giudiziari non possono godere in vita di sentenze che dimostrano la correttezza di certe scelte».

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