La Befana di Sesto al rogo sul fiume: il falò torna dopo dieci anni, ed è un successo

befana rogo sesto

SESTO CALENDE – Un ritorno alla grande per la Befana Sestese. C’erano un migliaio di persone sul lungofiume di viale Italia ad assistere al suggestivo e scenografico falò della “vecchia”, posizionata su una zattera sul Ticino. Un appuntamento tradizionale che mancava da dieci anni e che i volontari del Palio Sestese hanno ripristinato. E la risposta dei sestesi dimostra che questo “numero zero” merita di essere ripetuto.

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La Befana Sestese

Dopo aver assistito al grande successo dello “sbarco” di Babbo Natale dal Ticino a Sesto Calende, il Comitato Il Palio Sestese, in collaborazione con il CSCK, la Pro Loco, il Club 73, il Parco del Ticino e il Club delle Befane, supportati dalla locale Associazione Commercianti e dalla Confcommercio di Gallarate, oggi pomeriggio, al calare del crepuscolo, c’erano un migliaio di persone lungo il viale Italia, nei pressi dell’obelisco, radunate per assistere all’attesissimo ritorno della Befana Sestese. La “vecchina” è stata posizionata su una piattaforma ancorata in mezzo al Ticino, e incendiata con una fiaccola per mandarla al rogo. E con lei tutte le preoccupazioni in vista del Nuovo Anno. A “bagnare” le celebrazioni, cioccolata calda per i bambini, vin brulè per mamme e papà, mentre il Club delle Befane ha distribuito caramelle e dolcetti per i bambini.

Tradizione che si rinnova

Si tratta di una vecchia tradizione popolare che ritorna. In molti, tra i sestesi, ricorderanno la Befana di “San Giorgio”, alla quale il mai dimenticato Guido Boffo ha dato, negli anni, tanta energia. «I nostri amici del Palio, tra i quali i nipoti di Guido, Oscar e Ivana Boffo, si sono messi all’opera da tempo, per costruire una zattera, al centro della quale è stato posto il fantoccio della Befana, che poi è stato incendiato mediante una fiaccola – si legge in una nota diffusa dall’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Giovanni Buzzi – la tradizione vuole che la Befana sia rappresentata da una vecchia per indicare la fine di un ciclo, dal solstizio d’inverno si passa al periodo nel quale iniziano ad allungarsi le giornate. Il rito di bruciare la “vecchia” è considerato di buon auspicio per l’anno nuovo.

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