Meningite non diagnosticata: «Pronto a denunciare la struttura sanitaria»

pronto soccorso repertorio

OLGIATE OLONA – Respinto due volte al pronto soccorso di una struttura sanitaria della zona nonostante fosse affetto da meningite e poi salvato in extremis dai medici dell’ospedale di Legnano: «Sono pronto a denunciare chi, con un comportamento quanto meno negligente, ha messo a rischio in modo grave la mia salute. Ho già preso contatti con alcuni legali milanesi. Domani (martedì 7 gennaio) farò richiesta alla struttura di tutta la documentazione medica relativa al mio caso, quindi andrò per vie legali».

Rimandato a casa senza la diagnosi per meningite

Valter Sandro Carraro, olgiatese protagonista di quello che sembrerebbe un brutto caso di malasanità, è deciso ad andare sino in fondo. A muoverlo ci sono la rabbia, per il rischio corso, la volontà che questo non debba accadere ad altri, e anche un certo sconcerto nei confronti del trattamento ricevuto non soltanto sul piano medico, ma anche su quello umano. L’inizio della vicenda risale a parecchie settimane fa. «Dopo 5 giorni di febbre altissima – spiega Carraro – Decido di rivolgermi al pronto soccorso di questa struttura». E’ una struttura sanitaria della zona della quale, per ora, Carraro stesso preferisce non rendere noto il nome (foto generica di repertorio). «Dopo tre ore in sala d’attesa – continua l’olgiatese – Vengo apostrofato da una delle dottoresse di turno piccata dal fatto che avessi fatto ricorso all’ospedale invece di rivolgermi al medico di famiglia. Le ho risposto che dopo 5 giorni di febbre altissima quella della struttura sanitaria mi era sembrata l’unica via. Di me si sono tutti disinteressati. Io ho ipotizzato che potesse trattarsi di meningite. Nulla da fare, sono stato rimandato a casa».

Lesa la mia dignità di persona e di malato

Il giorno dopo Carraro torna e fa delle radiografie. La situazione precipita in nottata: «Mi sentivo malissimo – spiega – Oltre alla febbre altissima, accusavo nausea, un fortissimo mal di testa e sono stato colto da convulsioni. Tutti sintomi riconducibili anche alla meningite.». Carraro torna nella stessa struttura e trova lo stesso medico. «Ho atteso quasi un’ora prima che qualcuno mi si avvicinasse – spiega – Anche in quel frangente la situazione viene sottovalutata. Non una minima indagine su quella febbre altissima, nulla. Io capisco che un codice bianco non debba avere precedenza su casi di maggiore emergenza, credo però che, davanti a una situazione simile un medico abbia il dovere di approfondire la situazione e accertare le cause di quel malessere diffuso. Il giorno dopo è arrivato il crollo completo, sono stato ricoverato d’urgenza all’ospedale di  Legnano dove subito mi è stata diagnosticata la meningite. Sono rimasto in coma farmacologico per quasi 12 ore». Dopo un recupero durato settimane Carraro è stato dimesso poco prima di Natale. «Adesso voglio chiarezza. Voglio giustizia – spiega – Non lo direi se il tema non fosse così importante come quello della salute pubblica. Non hai una struttura adeguata a fronteggiare casi particolari? Visiti il paziente, capisci che cos’ha, lo destini a una struttura attrezzata per quel caso particolare. E – conclude Carraro – Soprattutto non lo ferisci nella sua dignità di malato trattandolo come un bambino capriccioso a fronte di una situazione sanitaria rivelatasi invece importante».

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