Bianchi: perché la Lega rinuncia alla presidenza della Provincia. Lo strappo coi civici

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LONATE POZZOLO – Matteo Bianchi, deputato e segretario provinciale della Lega oggi, venerdì 5 ottobre, ospite della redazione di Malpensa24, farà parte dell’assemblea parlamentare dell’Alleanza atlantica. Lo ha nominato il presidente della Camera Roberto Fico.

Onorevole Bianchi, per lei un compito di prestigio alla Nato.
“E’ lo stesso ruolo che occupò Giancarlo Giorgetti. Ho delle buone prospettive di carriera. Naturalmente è soltanto una battuta”.

Per il momento rimane alla guida della Lega nel Varesotto. Ma non si era dimesso?
“Sì, per evitare il cumolo di incarichi (Bianchi è anche sindaco di Morazzone, ndr). Ma mi è stato chiesto di rimanere alla segreteria fino alle elezioni provinciali di fine ottobre. Poi decideranno i vertici nazionali del mio partito quali iniziative intraprendere”.

Le elezioni provinciali, appunto. Perché avete rinunciato a presentare un vostro candidato presidente?
“Le motivazioni vanno ricercate nel sistema elettorale di secondo livello, sistema che induce a cercare un compromesso per tenere unita la coalizione di centrodestra. Davanti avevamo due strade”.

Bianchi, quali?
“Tenere coeso il centrodestra con un candidato di compromesso e puntare a vincere, oppure candidare un nostro rappresentante, anche con l’appoggio di Forza Italia che ci avrebbe di sicuro seguiti. Ma in quest’ultimo caso con il rischio di perdere qualche consenso che sarebbe potuto risultare decisivo”.

C’è chi dice che avete dato un contentino a Forza Italia per prendervi poi tutti gli enti collaterali alla Provincia. E’vero?
“No, le considerazioni vere derivano da quanto ho appena spiegato. Poi, è chiaro, siamo pur sempre il partito di maggioranza relativa. Ovvio che se dovessimo ritornare a Villa Recalcati siamo pronti a spendere i nostri rappresentanti migliori per gestire i presidi contigui alla Provincia”.

Appoggiate Emanuele Antonelli, un sindaco di sicure competenze. Tra due anni però potrebbe non essere più ricandidato, oppure perdere le elezioni nella sua Busto Arsizio. A quel punto toccherebbe rivotare per la Provincia. Avete valutato questa eventualità?
“Stiamo a vedere quello che succede. Il governo intanto deve rivedere subito i contenuti della legge Delrio: l’attuale situazione delle Province è insostenibile. Sotto ogni punto di vista”.

Perché avete rifiutato la grande coalizione come proposto da Esperienza civica?
“La Lega non può mettersi al tavolo col Pd. Abbiamo sempre combattuto le loro inefficienze, dimostrate anche nell’ultimo mandato a Villa Recalcati. Riteniamo tuttavia che la chiarezza debba caratterizzare queste elezioni”.

Cioè?
“Ci presentiamo come centrodestra ma allargandoci a quei sindaci che non hanno tessere di partito e si riconoscono nei nostri valori”.

I voti di Esperienza civica possono risultare determinanti, ma i civici vanno per la loro strada. Dunque?
“Dunque non mi sento di correre dietro a nessuno. Detto questo, ho sempre dimostrato come segretario della Lega di essere disponibile al confronto, anteponendo il bene della comunità a qualunque altra considerazione. Rimango a disposizione del mondo che fa riferimento ai civici per qualunque confronto. In tutta sincerità credevo di essere riuscito col centrodestra a stringere un patto di ferro con Esperienza civica. Mi sorprende che non sia ancora stata fatta chiarezza da parte di Marco Magrini, il riferente dei civici”.

Ribadiamo: eppure i consensi dei civici sono importanti alla luce degli attuali equilibri e del voto ponderato. Non c’è un vincitore sicuro.
“Sono importanti i voti dei piccoli comuni. Il prossimo presidente della Provincia dovrà avere la sensibilità di farsi interprete delle loro istanze, senza alcuna esitazione”.

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