Bottini: «Tutti tirano la giacca ai civici. Ma noi pronti anche ad andare da soli»

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GIan Franco Bottini

BUSTO ARSIZIO – Civici di qua e civici di là. Della prima ora o dell’ultima ora, ma anche della penultima. Per convinzione, alimentata e consolidata da un percorso avviato qualche anno fa o per necessità che anche la politica ha messo lì sul piatto. Civici o cinici che dir si voglia e si dica, sono loro in questo momento al centro, se non della scena, del dibattito politico. Per lo meno nell’ottica di costruzione delle alleanze. Ovvero i partiti tradizionali e gli schieramenti ai quali appartengono non sono più autosufficienti. E a volte credibili. Per questo tutti, da destra a sinistra, sono a caccia di geometrie che, per lo meno all’apparenza, siano più comprensibili ai cittadini. Che poi altro non sono che gli elettori.

E di come sulla scena politica i civici si stiano muovendo o osservando ne parla Gianfranco Bottini, promotore di Progetto civico e coordinatore di Busto al centro.

Bottini, dopo le recenti amministrative quale sarà il posizionamento dei civici in vista delle prossime sfide elettorali in Provincia (elezioni di secondo grado) e alle Comunali di primavera?
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Noi innanzitutto, dopo oltre 6 anni di attività  realmente civica, siamo passati dall’essere “cani sciolti”  a “necessari interlocutori”. Un bel risultato direi. Detto questo, i recenti esiti elettorali hanno solo confermato quanto noi percepivamo da parecchio tempo. A tal proposito ricordo il convegno da noi organizzato circa un anno fa sui “Rapporti fra i partiti e movimenti civici”.

Quindi come vi posizionate alla fine?
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Quel tema oggi è di pressante attualità politica: fra le due parti, ovvero civici e partiti, bisogna fissare  le regole di un rapporto collaborativo, poiché nessuno è alternativa dell’altro. Da destra a sinistra, tutti parlano di apertura ai movimenti civici. Vediamo se questa intenzione diventerà concreta. Quello sarà il nostro posizionamento per le future sfide elettorali. Senza prescindere dai programmi concreti e dalle situazioni locali ovviamente. Del resto siamo civici».

Ma come siete arrivati ad avere un peso specifico, in molti casi determinante? 
«Nel centrodestra è evidente il tentativo di affermare una leadership. Movimenti che nel complesso generano una reciproca erosione che porta a un risultato comune: la perdita di consenso. Insomma la formula del “tutti insieme” con regole spartitorie non funziona più. Il centrosinistra pare abbia recepito prima degli avversari la lezione e molti dei suoi successi sono frutto non tanto di una crescita di consenso per i partiti, ma della sua attenzione e valorizzazione dei “movimenti civici” spesso di tendenza politica non esattamente di sinistra. Saronno e Legnano, per vedere le situazioni più vicine, ne sono un chiaro esempio e che danno risposta alla domanda che mi ha posto».

Ma per essere “chiari e concreti” come lei dice, come vi comporterete?
«Chiari, concreti e soprattutto leali. Perché al nostro interno le appartenenze politiche sono un fatto importante, ma personale. Per noi le priorità sono il territorio e le sue problematiche».

Ma non è che, consapevoli di aver ormai acquisito un certo peso specifico, ora assumete l’atteggiamento di una “bella donna” alla quale non certo dispiace farsi corteggiare?
«Come la pensiamo noi del rapporto con i partiti l’abbiamo detto già in tempi non sospetti. Ora sono proprio i partiti a parlare di apertura nei nostri confronti. Bene, chiariscano loro cosa intendono. Noi non vogliamo né possiamo risolvere o interferire nei problemi interni ai partiti. Possiamo però essere utili a un riassetto del sistema politico generale che non può non avere ricadute anche sulla nostra provincia».

Che però, ragionamenti a parte, passa poi necessariamente dalle urne. Ecco lì come ci si arriva? Insomma, capirà che con la Provincia a dicembre prossimo e le comunali in primavera non si tratta di una questione secondaria. O ci sbagliamo?
«Noi siamo pronti a tutte le circostanze. Ad esempio, in alcuni casi (anche a Busto? ndr) non saremmo nemmeno contrari alla proposta avanzata dal segretario della Lega Francesco Speroni, ovvero quella per intenderci delle primarie al contrario. Contarsi sarebbe stimolante, oltre che chiarificatore».

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