Forza Italia, contare di meno per contare di più

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Mettersi a ragionare di politica mentre rimonta la pandemia col suo carico di conseguenze sanitarie e preoccupazioni collettive potrebbe sembrare fuori luogo. Ma gli effetti delle elezioni amministrative delle scorse settimane producono per i partiti, soprattutto del centrodestra, una serie di riflessioni e ripensamenti che, in tempi più o meno brevi, determineranno nuovi scenari destinati a loro modo ad incidere in futuro. A noi, per ragioni territoriali e non solo, interessa la provincia di Varese. Dentro la quale le urne hanno di fatto modificato gli equilibri e imposto ragionamenti che per prima cosa condizioneranno gli organigrammi (politici) di Villa Recalcati, dove, a dicembre, sono in programma le elezioni di secondo livello. L’obiettivo nemmeno tanto nascosto anche di parte del centrodestra è di dare il benservito al presidente Emanuele Antonelli, considerato poco efficace rispetto alle esigenze di un ente che, anche per colpa della famosa o famigerata legge Delrio, sta ancora boccheggiando. Però, c’è un però: la conta dei numeri (valgono i voti ponderati dei singoli Comuni) non consentirebbe più al centrodestra di disporne a piacimento. Sindaci e consiglieri municipali del centrosinistra potrebbero dare una spallata all’attuale maggioranza, se mai dovesse arrivare in loro soccorso la componente civica, oggi schierata a destra ma suscettibile di passare sull’altra sponda nella più spietata logica del do ut des.

Un bel problema per le segreterie uscite a pezzi dal confronto elettorale. Ci riferiamo a Lega e Fratelli d’Italia, la prima in fase calante, i secondi in crescita troppo debole rispetto alle aspettative della vigilia e, per questo, con poca voce in capitolo. Voce che, per paradosso, ora alza Forza Italia, l’ultima della fila e in grande affanno, ma decisiva rispetto a un centrodestra che non è più quello di una volta e rischia, se mai dovesse dividersi come è accaduto a Luino e a Somma Lombardo, di fare la fine del ciula, cioè perdere le elezioni. Attenzione, non è nemmeno più vero che se si presentasse coeso avrebbe vita facile: le frittate elettorali di Saronno e della vicina Legnano stanno lì a confermarlo: in alcune circostanze la coalizione non è più autosufficiente.

Forza Italia, dicevamo. A Varese pretende che gli alleati leghisti la coinvolgano nella scelta del candidato sindaco per le amministrative del prossimo anno: in campo c’è Bobo Maroni, va bene, ma chi l’ha deciso? Chiedono non a caso i forzisti che rifiutano l’etichetta dei gregari. A Gallarate e a Busto Arsizio, i berlusconiani cullano sogni di gloria. Il ritorno in campo dell’ex sindaco Nicola Mucci avrà riflessi sulle trattative anche a livello provinciale: Mucci non è affatto una seconda linea, che in molti casi e nell’attuale frangente ha preso il sopravvento in alcune città, e potrebbe, se i rapporti con la Lega non andassero come nei programmi, sparigliare con una sua ricandidatura a primo cittadino, peraltro spinta da alcuni in sede locale. Allora sì che ne vedremo delle belle.

Busto Arsizio vorrebbe fare partita a sé, ma rientra a tutti gli effetti nelle dinamiche provinciali. Il sindaco Antonelli sta stretto a molti, a cominciare proprio dalla Lega. Sfruttando questi mal di pancia, da dietro le quinte “soffia” Forza Italia e, per essa, pur rimanendo al coperto, l’ex sindaco Gigi Farioli, che non disdegnerebbe un ritorno sulla scena da protagonista. In altre parole, Forza Italia conta di meno per contare di più. Un paradosso, appunto. Ma in un’epoca di contraddizioni come l’attuale non è detto che la spunti sempre la soluzione più facile. O quella più scontata che dir si voglia.

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