Il grande cuore di Busto batte a San Giuseppe. Casa e cibo per i medici

busto coronavirus san giuseppe

BUSTO ARSIZIO – Tra le numerose iniziative solidali che Busto ha avviato in questi giorni, il sindaco Emanuele Antonelli segnala quella della parrocchia di San Giuseppe, che da qualche giorno si è attivata con i volontari, guidati dal parroco don Giuseppe Tedesco, per portare all’ora di pranzo panini, frutta e altri generi alimentari ai medici e agli infermieri dell’Infettivologia che spesso non riescono a fermarsi per fare la pausa pranzo o a rispettare gli orari della mensa.

La chiamata di Antonelli a panifici e fruttivendoli

A fianco della parrocchia anche Mario Cislaghi, referente del quartiere di san Giuseppe che da sempre ospita l’ospedale e la “sua” chiesa, e capofila del coordinamento delle feste patronali e di quartiere. Perché l’iniziativa possa continuare anche nelle prossime settimane, il sindaco chiede soprattutto a panifici e fruttivendoli di mettere a disposizione frutta, panini, pizze che potranno essere consegnati, a partire da venerdì 20 marzo, alla sede della Prociv Augustus in via Ferrè 7 (tel. 3316683002). Saranno poi i volontari ad andare all’ospedale per la consegna dei pasti a medici e infermieri. «Sono certo che anche in questa occasione non mancherà il supporto dei bustocchi: in questi giorni ho avuto dimostrazioni di generosità e di disponibilità davvero encomiabili, che mi confortano e mi danno fiducia in questi momenti così difficili», afferma Antonelli.

La casa don Lolo per i nuovi medici arrivati in rinforzo

«Carissimi parrocchiani e amici, come sapete la nostra parrocchia di San Giuseppe è da sempre per i bustocchi la chiesa dell’Ospedale. In questo tempo di emergenza e sofferenza per la nostra regione e per l’Italia tutta, diamo anche noi il nostro contributo non solo di preghiera, ma anche concreto, di solidarietà». Il post di Giuseppe Tedesco è chiaro, incisivo e inequivocabile. E’ una chiamata alla solidarietà.  «Abbiamo messo a disposizione la nostra casa di ospitalità don Lolo (da 20 anni un segno bellissimo di grande carità nell’ospitare i parenti dei degenti) per i nuovi medici “arruolati” per questi mesi di emergenza», continua il parroco rimarcando il contributo ricevuto dalla Fondazione comunitaria del varesotto per il sostegno della consegna dei pranzi a infermieri e medici.

Penne e caricabatterie: aiutiamo i malati a stare vicini ai famigliari

«Ecco che chiedo a tutti qualcosa in più: ci hanno chiesto penne e materiale di cancelleria da dare ai malati e ancora, per chi ne ha, qualche caricabatteria del cellulare. Se avete cambiato cellulare o avete qualche caricabatteria in più, quando vi muovete per la spesa, passate dall’oratorio e mettetelo nella cassetta della posta. Li porterò col cibo per dare a chi è stato ricoverato per il Covid e nella fretta (non possono ricevere visite dei familiari) non lo ha portato con sé, così da poter, attraverso il cellulare, rimanere in contatto con la propria famiglia. Un regalo immenso questo per chi si trova ricoverato».

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