Maleducati di talento

busto polizia covid charlotte

Una vecchia regola del giornalismo dice che una smentita è una notizia data due volte. A noi di Malpensa24 tocca un’inversione delle parti: siamo noi a dover smentire. Lo facciamo, dopo un’attenta riflessione, spinti dalla canea nata dalla pubblicazione del provvedimento del questore che, a Busto Arsizio, ha disposto la chiusura per una settimana di un noto bar del centro: non avrebbe ottemperato alle disposizioni anti-covid e, di più, il locale sarebbe luogo di ritrovo di persone poco inclini a rispettare quelle stesse disposizioni. Non lo diciamo noi, bensì la polizia di Stato, cioè una fonte istituzionale. Le stesse persone, supponiamo, che hanno scatenato una sorta di controffensiva sui social ci accusano di essere protagonisti di una informazione falsa, faziosa, priva di credibilità rispetto ai fatti. E rispetto alla difficile situazione economica di bar, ristoranti, negozi e quant’altri pagano pegno per le restrizioni imposte dalle autorità a causa della pandemia.

Sottolineando con estrema chiarezza che non abbiamo nulla da giustificare, comprendiamo il grave disagio di categorie sottoposte più di altre ai rigori della doppia crisi sanitaria ed economica. Ne diamo atto ogni qualvolta pubblichiamo le giuste lamentele di chi soffre una situazione oramai intollerabile. Mai ci siamo rifiutati di dare spazio a critiche o a notizie che affermano le tante, troppe contraddizioni e gli errori che hanno caratterizzato e caratterizzano questo infausto momento. Una su tutte: zone rosse in quasi tutto il Paese, gente che si affolla nei supermercati o sui mezzi di trasporto pubblici. Per non parlare del caos per le vaccinazioni. Potremmo continuare a lungo, ma sarebbe pleonastico.

Il punto è un altro, che, cioè, non possiamo derogare al dovere di raccontare tutto, anche le cose spiacevoli che accadono a coloro i quali (una minoranza) evitano di ottemperare alle misure adottate dal governo. Un giornalismo libero non teme né minacce né insulti né i pregiudizi di chi usa le “piazze digitali” per sfogarsi. Un florilegio di improperi contro di noi e, quel che è peggio, contro la polizia, teso a negare persino l’evidenza. Un “assalto alla baionetta” temiamo orchestrato da qualcuno che, a Busto Arsizio, è abile a lanciare il sasso e a nascondere la mano. Magari con il sostegno più o meno occulto di quella parte politica e di quei politici che intravedono la possibilità di ottenere consensi alle elezioni. Una tristezza.

Pronti a ribadire che mai negheremmo la possibilità a chicchessia di esprimere il proprio parere e di dare la propria versione dei fatti (i nostri telefoni sono sempre aperti) ci spiace dover constatare come la ragione a volte sia sottomessa alla pancia. O all’emotività. O alle appartenenze. O alle vere faziosità, che non sono di sicuro quelle di giornalisti che cercano di fare, liberamente, il loro mestiere. Senza reticenze, con serietà e, sia detto a voce alta, senza timori e titubanze al cospetto dei maleducati di talento. I quali, per le loro affermazioni pubbliche, meriterebbero di essere chiamati in giudizio. Ci stiamo pensando.

Busto, disprezzo per le norme anti Covid: il bar Charlotte chiuso per 7 giorni

busto polizia covid charlotte – MALPENSA24