Aumenti congelati a 29 dipendenti, in Comune a Busto tira aria di sciopero

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BUSTO ARSIZIO – Palazzo Gilardoni blocca gli aumenti di stipendio di 29 dipendenti comunali, le cosiddette “progressioni economiche orizzontali” che erano state oggetto di un accordo di contrattazione decentrata tra l’amministrazione e le parti sociali, e i sindacati ventilano lo sciopero del personale dell’ente. «Gli accordi si rispettano» tuona Angiolino Liguori, della Csa. «Gravissimo l’atteggiamento dell’amministrazione che non concede aumenti legittimi» gli fa eco Fausto Sartorato di Adl. Le sigle rappresentative dei dipendenti comunali sono compatte: in assemblea il sì alla proclamazione dello stato di agitazione è stata approvata quasi all’unanimità.

Aria di sciopero

angiolino liguori csa bustoLo stato di agitazione del personale comunale è stato ufficializzato questa mattina, giovedì 23 gennaio, con le Rsu e le organizzazioni sindacali che hanno disertato la riunione della commissione trattante con i rappresentanti dell’amministrazione. «È successa una cosa grave – spiega Liguori – si è messo in discussione il sacrosanto diritto delle progressioni orizzontali, oggetto di un regolamento interno firmato dalle parti dopo mesi di trattativa, interpretando in modo errato una circolare. L’accordo firmato con l’amministrazione seguiva scrupolosamente, persino con eccesso zelo, le normative, dividendo l’attribuzione delle carriere orizzontali in 4 anni, sulla base di criteri oggettivi molto rigidi e meritocratici, tanto è vero che non tutti i dipendenti hanno avuto diritto ai passaggi. Ora, al quarto anno, ci viene detto che abbiamo scherzato, per una circolare». Sono 29 i dipendenti comunali che avrebbero dovuto ottenere gli aumenti di stipendio, ma che sono rimasti a bocca asciutta per via di questa interpretazione. «Il problema è il principio – chiarisce il sindacalista della Csa – se passa la logica che ogni regolamento, discusso e firmato, può essere messo in discussione da una circolare, cosa ci sediamo a fare al tavolo delle trattative?». Anche per Mauro Catella, della Fp-Cgil, «è un meccanismo che non può passare, altrimenti non ci sediamo più a questo tavolo. Per produrre un accordo di contrattazione decentrata ci vogliono mesi di discussioni, invece è bastata una circolare per disinnescare tutto questo lavoro condiviso».

«Un segnale forte»

Ecco perché stamattina di fronte al segretario generale Domenico D’Apolito e alla dirigente delle risorse umane Daniela Marelli, le Rsu e le organizzazioni sindacali si sono alzate dal tavolo della trattante annunciando lo stato di agitazione. «Un segnale forte – lo definisce Giuseppe Jursich, della Cub – violare gli accordi sottoscritti è una cosa gravissima. O si ripristinano relazioni trasparenti e corrette, altrimenti dobbiamo dedurne che la controparte è inaffidabile». Tecnicismi a parte, il tema delle contestazioni è più ampio: «Stiamo parlando di aumenti legittimi per i lavoratori, che peraltro non comportano aggravi di spesa per l’ente, visto che sono risorse che provengono dal fondo incentivante – sottolinea Sartorato – ma non è il primo accordo che non viene rispettato: questa vicenda è indicativa del modus operandi dell’amministrazione». Inizia così l’iter che potrebbe portare alla proclamazione dello sciopero del personale di palazzo Gilardoni, passando per la conciliazione in Prefettura. «Siamo andati anche dal sindaco, ma non ci hanno voluto ascoltare – sottolinea Liguori – se necessario, arriveremo allo scontro, e sarà sciopero, se l’amministrazione non rivedrà la sua posizione». L’invito ai dipendenti è chiaro: «C’è un dovere di solidarietà per questi colleghi. Oggi a subire sono i 29, domani potrebbero essere tutti».

La versione dell’amministrazione

busto cimiteri farioliDa palazzo Gilardoni arriva la replica dell’assessore al personale Gigi Farioli, che invoca «prudenza» sulla vicenda. «I 29 dipendenti di cui si parla non sono stati esclusi dalle progressioni, ma la loro situazione è in fase di sospensione. L’auspicio è che, ritenendo di aver rispettato a monte i criteri di selettività e limitazione previsti dalla legge, tutte le progressioni possano essere considerate valide, ma non possiamo prescindere dal parere della Ragioneria Generale dello Stato, che per dieci anni già fu al centro di situazioni ricadute sui dipendenti anche in merito alle progressioni». Il riferimento è alla famosa vicenda della Corte dei Conti, nata proprio da un’ispezione della Ragioneria risalente ormai ad una quindicina di anni fa. L’interpretazione della circolare “incriminata”, «avvalorata da pareri molto qualificati nel settore della gestione del personale e accolta dalla dirigente e dal segretario generale», è stata nel frattempo oggetto di un quesito che il Comune ha inviato alla Funzione pubblica, il cui esito «mi auguro consenta il riconoscimento delle progressioni anche ai 29», aggiunge l’assessore, invitando le organizzazioni sindacali ad avere «un atteggiamento non solo prudente ma consapevole». Di certo, precisa Gigi Farioli, l’azione dell’amministrazione si pone «prima di tutto a massima tutela sia dei beneficiari attuali che di quelli passati, ma anche di quelli potenziali che non hanno ottenuto il beneficio».

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