Busto, processo Efrem: Matteo Sabba e Matteo Tosi sentiti in aula a Como

BUSTO ARSIZIO – «Nessun aiuto esterno. La nostra campagna elettorale fu auto finanziata». Sono stati sentiti oggi, martedì 30 marzo, dai giudici del tribunale di Como Matteo Sabba, attuale presidente del distretto urbano del commercio di Busto Arsizio, e Matteo Tosi, garante dei detenuti del carcere di Busto Arsizio, due delle principali figure di riferimento della lista civica di maggioranza Busto Grande-Lombardia Ideale.

Campagna auto finanziata

In quella stessa lista fu candidato anche Paolo Efrem, entrato in consiglio comunale a Busto in seconda battuta, arrestato nel luglio 2020 insiemeDaniele Frustillo, Giuseppe Lillo, Vincenzo e Raffaele Rispoli (rispettivamente figlio e fratello del boss della locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo Vincenzo Rispoli, al termine dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Silvia Bonaudo.  Efrem (ora tornato in libertà) è accusato di emissione di false fatture attraverso una società a lui riconducibile (la Efrem Trade)  con l’aggravante dell’agevolazione delle cosche. L’autorità giudiziaria nell’ordinanza eseguita a luglio ipotizza anche che la campagna elettorale di Efrem possa essere stata sostenuta da Frustillo affinché il candidato potesse poi farsi portatore di determinati interessi una volta eletto.

Mai conosciuto Frustillo

E oggi Luigina Pingitore e Antonio D’Amelio, difensori di Efrem, hanno chiamato Sabba e Tosi quali testi a discarico per confutare proprio questa specifica ombra. Entrambi hanno confermato che la compagna elettorale di Busto Grande-Lombardia Ideale fu auto finanziata dal gruppo: «Tutti mettemmo una cifra tra i 50 e i 60 euro per pagare la stampa dei “santini” dei candidati» e che la lista civica non organizzò in campagna elettorale comizi o costosi appuntamenti quali cene o aperitivi elettorali. I fondatori della lista proposero dei candidati giovani e puliti. Ci fu soltanto una torta in chiusura. Sabba ha ribadito di non aver mai conosciuto Frustillo e di aver portato Efrem nel gruppo perché conoscendolo sin da ragazzo era certo del suo essere specchiato. Il presidente del Duc, infine, parlando delle 80 preferenze ottenute da Efrem (non fu eletto in consiglio comunale alle urne, vi entrò in sostituzione di un dimissionario) ha sottolineato come quei voti arrivarono dal rione dove l’amico è cresciuto e da quello dove allenava una squadra di calcio amatoriale. Ovvero dove era conosciuto.

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