Busto, Farioli, il centrodestra e il suo becchino

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Busto Arsizio, tensione pre elettorale attorno a Palazzo Gilardoni

Ei fu. Consentiteci l’utilizzo del celeberrimo incipit manzoniano per sottolineare la morte del centrodestra a Busto Arsizio. A decretarne la fine, perlomeno alle prossime elezioni amministrative, è Forza Italia, che ha annunciato, con l’imprimatur del direttivo provinciale, di abbandonare la tradizionale coalizione per schierarsi in una aggregazione di cosiddetti moderati di centro. A capo della quale ci sarà l’uomo simbolo dei berlusconiani locali e, per certi versi, perlomeno fino a questo momento, dello stesso centrodestra, quel Gigi Farioli, sindaco per due mandati, ora in rotta di collisione con il suo successore, Emanuele Antonelli. Un gelo politico e istituzionale che lo ha indotto a dimettersi dalla giunta e a imboccare la strada di una corsa elettorale per conto proprio.

Lo sforzo è di non far sembrare la clamorosa decisione un capriccio personale ma il tentativo di concretizzare un progetto politico che veda riuniti, attorno ai forzisti o a quel che rimarrà di loro, una serie di sigle in cerca di identità e, soprattutto, di uno spazio di manovra in città. La qualcosa presuppone il superamento di steccati ideologici e di posizione, destinati nelle intenzioni a rimanere sullo sfondo. Si va da formazioni di centrosinistra (Italia Viva) a gruppi di matrice opposta, come Cambiamo! di Giovanni Toti. Per non dire di Azione (Carlo Calenda) con il Popolo della famiglia e gli indomiti superstiti della vecchia Democrazia cristiana, ora sotto l’insegna di Rinascita della Dc. Una sorta di brodo primordiale dentro il quale, e non solo per definizione, la convivenza non sarà una festa danzante.

Questo è però il quadro di riferimento con cui si dovrà fare i conti alle urne. Le prospettive di successo sono labili (le somme degli zero virgola parlano da sole), ma il fastidio che i riformisti/moderati attorno a Farioli arrecheranno agli altri contendenti è scontato. Specialmente se con loro dovesse schierarsi Busto al centro, la lista civica che rilancia Luca Castiglioni candidato sindaco e, per quanto si sa, difende orgogliosamente la propria matrice civica e non intende partecipare all’avventura fariolesca. Nemmeno considerato il fatto che tutti, nuove formazioni e Bac, pescheranno nello stesso bacino elettorale, cioè si “ruberanno” i voti a vicenda. Alla spartizione dei consensi dei moderati di centro vi parteciperà con appetito anche Noi con l’Italia, la formazione ciellina che si è detta favorevole all’unità del centrodestra, formazione che Farioli conta di prendere a bordo sulla sua barca. Per dirla in un altro modo, fatta salva la capacità trainante di Gigi Farioli (cinque anni fa raccolse un migliaio di preferenze personali), se si vuole avere voce in capitolo e non limitarsi a fare testimonianza, bisogna unirsi. Persino banale, ma è esattamente così.

Detto questo, il becchino del centrodestra bustocco ha un nome e un cognome: Emanuele Antonelli. La sua ostinazione a presentare una lista del sindaco con il suo nome, in spregio agli accordi provinciali, è diventato il pretesto per lo strappo forzista. Un pretesto che comunque ha un valore preciso e, sotto sotto, certifica come Antonelli viaggi e anticipi come egli abbia intenzione di viaggiare per i fatti suoi, affrancato dalle segreterie e dalle intese collettive. Domanda; ma il decisionismo è un bene o un male? La risposta presuppone un ampio discorso. Ci limitiamo a dire che se il decisionismo si trasforma in dispotismo, ci potrebbe essere chi dissente. Benché Fratelli d’Italia e Lega, i partiti che sostengono il sindaco, cerchino di dissimularne l’imbarazzo e rigirino la frittata nelle mani di Forza Italia.

Come andrà a finire potremmo chiederlo al mago Otelma, al netto dei dubbi sulla sua affidabilità. Ma forse non è il caso, alla luce di una situazione politica bustocca che, al netto della dormita colossale del centrosinistra (dov’è finito?), rimane al momento entro i confini cittadini, ma che non esclude ripercussioni in provincia. Se così fosse, il de profundis al centrodestra sarebbe completo. Amen.

Il dado è tratto anche per Forza Italia: a Busto il partito sta con Gigi Farioli

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