Cattaneo: «Centrodestra, no al suicidio a Busto. Farioli e Antonelli, passo indietro»

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BUSTO ARSIZIO – «Il centrodestra a Busto deve restare unito, altrimenti rischia di far vincere la sinistra. Antonelli faccia un passo indietro sulla sua lista, e poi lo faccia anche Gigi Farioli». È un appello alla «ricomposizione» quello che lancia Raffaele Cattaneo, responsabile provinciale di Noi con l’Italia, di fronte al rischio di divisione. «Antonelli dovrebbe essere il primo ad avere l’interesse di tenere unita la coalizione – rimarca l’assessore regionale – ma Busto non è Cislago, e la rottura del centrodestra non è un fatto locale».

Parole chiare, quelle di Raffaele Cattaneo, che da un lato imputa al sindaco attuale di «non aver brillato per volontà inclusiva» e definisce il nodo della lista del sindaco «un macigno che deve togliere dalla strada Antonelli», dall’altro è consapevole che una rottura del fronte del centrodestra rischia di trasformarsi in un «suicidio politico, soprattutto per l’area moderata», che diventerebbe marginale se non in grado di arrivare al ballottaggio. Ecco perché Noi con l’Italia è «al lavoro per una ricomposizione, prima che venga calata dall’alto». E il compromesso prevede, appunto, il passo indietro di entrambi i “contendenti”.

Cattaneo, qual è la posizione di Noi con l’Italia a Busto? Con Farioli o con Antonelli?
«Per noi l’unità del centrodestra è un valore, e prima di buttarla a mare bisogna avere fatto tutto per preservarla. Soprattutto in una città di centrodestra come Busto. Ma bisogna riconoscere che per mettere in discussione questa unità, a Busto, si sono impegnati in tanti, a cominciare da Antonelli».

Vede responsabilità del sindaco in questa situazione in cui si rischia la rottura?
«Al tavolo provinciale avevamo tutti condiviso uno schema che prevedeva Antonelli riconfermato sindaco, scelta non così scontata dopo che ha cambiato il suo profilo da politico a civico. Dovrebbe essere lui il primo ad avere la preoccupazione, la sensibilità e la capacità, ma anche l’interesse, di tenere insieme la coalizione e a sforzarsi di assumere atteggiamenti concilianti. Invece, nonostante sia stato più volte ricordato da tutti i partiti di centrodestra, compreso il suo, mi sembra che in questi mesi Antonelli non abbia brillato per manifestazioni di volontà inclusiva e compositiva. Al contrario ha sempre dato l’impressione, fino alla famosa intervista in cui ha detto di essersi stufato dei partiti, di voler fare un po’ di testa sua. E questo certamente non aiuta».

E poi c’è il nodo della lista del sindaco…
«Come giustamente Farioli evidenzia, la lista Antonelli avrebbe dovuto essere civica, fatta di persone che non avevano avuto esperienze politiche precedenti o tantomeno pescate nei partiti della coalizione, e invece Antonelli ha annunciato una lista infarcita di ex assessori e consiglieri di Forza Italia e Udc. È chiaro che questo va in rotta di conflitto con i partiti, ma il candidato di tutta la coalizione non può dare l’impressione di indebolire i partiti che lo sostengono, magari con l’obiettivo di avere persone che rispondono più direttamente a lui. Dal punto di vista politico questo è un macigno che deve togliere dalla strada Antonelli, con il suo partito, dimostrando non solo di voler pretendere un riconoscimento di ruoli e posti coerente ai sondaggi che sventola, ma anche un senso di responsabilità e una capacità di tenere insieme tutti che i partiti più grandi devono sapersi assumere. Purtroppo devo riconoscere che in questo né Antonelli né Fratelli d’Italia hanno brillato per saggezza».

Quindi Farioli ha tutte le ragioni per strappare?
«Riconosco le sue ragioni oggettive, perché la dignità dei partiti non può mai essere calpestata, ma dico anche di fare attenzione, perché rischiamo di innescare un percorso, più emotivo che razionale, che può avere come risultato quello di far vincere la sinistra in una città che di sinistra non è. Se il centrodestra si divide e si scontra, a meno che non sia deciso insieme, è difficile pensare poi di ritrovarsi al secondo turno. Il rischio è di giocare a far perdere l’altro, e sarebbe un suicidio politico. Ancor più per l’area moderata. E se la scelta di Farioli ci porta ad una soluzione che rischia di far vincere la sinistra o di non andare al ballottaggio, è la soluzione peggiore che si possa mettere in campo, perché così l’area moderata sarebbe marginale».

Di fronte a questa situazione, come si muove Noi con l’Italia?
«Stiamo lavorando per favorire una ricomposizione del centrodestra, in un contesto in cui tutti siano richiamati alle regole che ci siamo dati e al rispetto degli alleati. Concretamente, Antonelli deve rinunciare alla sua lista o rispettare il fatto che sia puramente civica, senza figure “rubate” agli altri partiti. Deve fare quindi un passo indietro. Ma lo deve fare anche Farioli, nell’interesse di una coalizione unita. Se questo non dovesse accadere, valuteremo quale posizione assumere».

Ma se Farioli va fino in fondo dove si collocherà Noi con l’Italia?
«Come prima opzione faremo di tutto per tenere insieme il centrodestra. Poi politicamente siamo più vicini a Farioli, ma siamo anche per l’unità del centrodestra. E aggregare il centro va bene se ha ragionevoli aspettative di arrivare al ballottaggio, altrimenti è un’operazione suicida. D’altra parte Antonelli, come tutti, deve rispettare le regole. In una coalizione si sta insieme e si fa la fatica di riconoscere le ragioni dell’altro».

E se ci sarà una rottura, potrebbero esserci ripercussioni a livello provinciale?
«Busto Arsizio non è Cislago, con tutto il rispetto. Lì si può dire che la rottura del centrodestra è un fatto locale: già Caronno Pertusella ha dimostrato di non essere più solo un fatto locale, certamente la città più popolosa della provincia non è un fatto locale. Ma anche questo dovrebbe far riflettere: quando Busto Arsizio arriva sul tavolo nazionale, mi aspetto che Berlusconi, Salvini o la Meloni dicano di stare insieme, quindi a livello locale sarebbe opportuno che ci arrivassimo noi, prima di farcelo calare dall’alto».

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