Busto protagonista al festival nazionale “Città in scena” con le carceri asburgiche

BUSTO ARSIZIO – La rigenerazione delle vecchie carceri asburgiche di via Borroni è tra i progetti presentati ieri, lunedì 9 ottobre, a Brescia in occasione della quinta tappa di “Città in scena”, Festival nazionale itinerante promosso dall’associazione Mecenate 90, Ance e Associazione delle Città d’Arte e di Cultura, nell’ambito degli eventi in calendario per “Bergamo e Brescia Capitali italiane della Cultura 2023”.

Busto in Italia

La giornata, aperta dai sindaci di Bergamo, Giorgio Gori, e di Brescia, Laura Castelletti, dall’assessore al Territorio e Sistemi verdi di Regione Lombardia, Gianluca Comazzi, ha visto anche la partecipazione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica  Gilberto Pichetto Fratin, ed è stata dedicata a progetti di “rigenerazione a base culturale” con un carattere innovativo dal punto di vista della sostenibilità economica e sociale.

Oltre progetto bustocco – l’unico scelto tra quelli candidati dalle città lombarde non capoluogo –,  sono stati presentati progetti di Bergamo, Mantova, Lodi, Brescia, Pavia, Varese, Monza.

Opportunità unica

«Un’opportunità di confronto con i principali centri della Lombardia, una grande vetrina per Busto. E’ un orgoglio essere stati presenti come unica città non capoluogo di provincia, vedendoci così riconosciuto il ruolo significativo che svolgiamo all’interno del territorio regionale», afferma il sindaco Emanuele Antonelli.

Dei 6 progetti di recupero che interesseranno la città nei prossimi anni, «abbiamo candidato quello relativo all’ex carcere asburgico perché interamente a destinazione culturale, più rispondente alle linee guida del Festival commenta la vicesindaco e assessore alla Cultura e Sviluppo economico Manuela Maffioli, che ha curato e illustrato la presentazione –. È stata una grande soddisfazione essere scelti e poter illustrare il futuro polo culturale a una platea così qualificata e affiancato ad altri grandi progetti di 7 città capoluogo della nostra regione. Dagli interventi degli amministratori e degli operatori è emerso chiaramente come oggi la cultura sia finalmente davvero considerata un settore in cui investire, immaginando lo sviluppo e il futuro delle nostre comunità. Per noi, che lo andiamo sostenendo e praticando da anni, una felice conferma».

«Di grande interesse è stato anche poter ascoltare autorevoli interventi su come gli stessi spazi culturali stiano cambiando, per esempio le biblioteche: oggi gli spazi per la cultura non sono più luoghi per pochi adepti, ma agorà aperte a tutti, dove incontrarsi, conoscersi, ri-conoscersi, confrontarsi, stare bene insieme e anche da soli», conclude la vicesindaco.

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