Busto, furti e usura: pioggia di condanne per la banda dello “zio” Parlapiano

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BUSTO ARSIZIO – Lo “zio” Gianni Parlapiano condannato in primo grado a 8 anni e 4 mesi di reclusione. Con lui il collegio giudicante presieduto da Renata Peragallo ha condannato anche gli altri componenti della banda: Adriano Vanoli è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di carcere, Francesco Caliandro a 3 anni e 10 mesi, Roberto Bianchi ad un anno. Per Parlapiano il pubblico ministero Giuseppe D’Amico aveva chiesti 5 anni: il collegio è stato più severo.

Banda specializzata in furti e usura

Il gruppo era vocato a furti nelle aziende e all’usura. Le indagini partirono nel 2015 quando una delle vittime del sodalizio criminale, un imprenditore della Valle Olona, aveva detto basta e si era deciso a denunciare i cravattari agli uomini del commissariato di polizia di Stato di Busto Arsizio. L’inchiesta aveva portato a galla uno spaccato assolutamente incredibile. La banda era attivissima sul fronte dei grossi furti nelle aziende colpendo a cavallo delle province di Milano e Varese con blitz messi a segno a Buscate, Tradate, Olgiate Olona, Settala, Angera e persino a San Marino. I proventi dei furti venivano reinvestiti attraverso l’usura che molto rapidamente si tramutava in estorsione ai danni dei malcapitati in difficoltà economiche. Le condanne in primo grado sono state decisamente esemplari.

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