Busto a confronto sulle sfide del futuro. Antonelli: «Non siamo hinterland»

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BUSTO ARSIZIO – La città si confronta con il suo futuro e le sue nuove vocazioni, tra Malpensa, gli snodi della mobilità, l’innovazione, la transizione dalla manifattura ai servizi, il nuovo ospedale. «Abbiamo la nostra identità e non ci siamo snaturati. Siamo differenti dall’hinterland di Milano» sottolinea il sindaco Emanuele Antonelli, che ieri sera, giovedì 24 ottobre, ha partecipato alla serata di approfondimento di “Territori in Tour”, l’iniziativa di VareseNews e Confartigianato Imprese Varese che ha raccontato il cambiamento nelle cinque città più importanti della provincia.

Le sfide della Busto del futuro

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Un viaggio a più voci, per riflettere sulla Busto Arsizio che cambia e si trasforma. Dal mito della ex Manchester d’Italia, capitale del tessile, ad una vocazione multiforme ancora da identificare con precisione. Dal pendolarismo delle tre stazioni ferroviarie allo sviluppo della logistica con i due terminal intermodali (Hupac e Ferrovienord), dalla sfida della riconversione delle aree dismesse alla manifattura che cambia, dalla formazione di eccellenza al legame sempre vivo con Malpensa, fino alla scommessa di attrarre nuovi residenti da Milano. «La nostra forza – ragiona il sindaco e presidente della Provincia di Varese Emanuele Antonelli – è che, pur essendo vicini a Milano non ne siamo stati snaturati. Abbiamo le nostre caratteristiche e identità culturali, che sono sacre. E sono differenti da quelle dell’hinterland milanese». Per cogliere le opportunità del futuro ci sono alcune scommesse decisive. A partire da quella di Beata Giuliana, dove sorgeranno il campus sportivo, il polo dell’ex Mizar e il nuovo ospedale, che sarà «uno dei più grandi della Lombardia, ma soprattutto un’eccellenza», come ricorda il sindaco. Che aggiunge: «Se va in porto tutto quello che deve andare in porto – e l’accento viene posto su quel “deve” – sarà una vera rivoluzione».

Malpensa e le stazioni

Altrettanto decisiva sarà un’altra sfida, quella del rilancio dell’area delle Nord, per la quale «Malpensa potrà fare da volano»: ne è convinta l’europarlamentare bustocca Isabella Tovaglieri, già assessore all’urbanistica. «Grazie all’aeroporto e alle infrastrutture della logistica il nostro territorio è la porta del Made in Italy in Europa. Valorizzare questi asset strategici per accompagnare i processi di mutamento cogliendone le opportunità è uno dei compiti della politica, che deve fare rete, ciascuno nel suo ruolo, per tutelare gli interessi del territorio». Ma quale vocazione per la città in transizione? Il presidente del Consiglio comunale Valerio Mariani vede nei «servizi e nella produzione di alta qualità» il futuro di Busto Arsizio. Che ha un valore aggiunto da sfruttare, quello delle connessioni ferroviarie con la metropoli, assicurate dalle tre stazioni che sorgono sul territorio comunale: «Negli ultimi vent’anni i collegamenti sono migliorati, oggi sono quasi a livello metropolitano. Ma ora c’è bisogno di potenziare il bike sharing e soprattutto il trasporto pubblico locale per l’accesso alle stazioni».

Gioco di squadra

Il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli, gallaratese, vede Busto Arsizio come una «città con tante potenzialità di sviluppo», ma anche con un «deficit infrastrutturale da colmare», se pensiamo ai problemi di intasamento della A8, della 336 e alla Pedemontana da ultimare. «L’attrattività c’è ma è importante che venga condivisa con i territori limitrofi, superando campanilismi e divisioni ideologiche che oggi non sono più costruttive, soprattutto nel confronto con Milano, che è un mondo a parte». Un invito a fare ancor di più gioco di squadra con le altre realtà del territorio, come già fanno gli imprenditori bustocchi che, come sottolinea il sindaco Antonelli, «sono da sempre all’avanguardia e aperti al mondo, e sono famosi per questo».

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