BUSTO ARSIZIO – Droni sì, droni no. A spegnere la polemica che da qualche giorno impazza sui social dopo l’annuncio dell’assessore alla Sicurezza Massimo Rogora, ci pensa il capo della polizia di Stato Franco Gabrielli: stop all’impiego dei droni.
Non decollano
L’idea dell’assessore Rogora è rimasta in piedi 48 ore. Ma a far crollare la possibilità di impiego dei droni per i controlli nei confronti di chi non rispetta la forzata, ma necessaria, clausura in casa non sono state le roventi polemiche, bensì il capo della polizia di Stato. Troppi gli aspetti che rendono l’operazione complessa è delicata: dalla sicurezza alla privacy delle persone, senza dimenticare la gestione dell’ordine nel traffico aereo. Insomma anche sui cieli di Busto non si alzeranno i mini aerei.
Il divieto è anche contenuto, come spiega il Sole24 ore di oggi sabato 28 marzo, in una comunicazione partita dal Viminale e indirizzata alle prefetture, ai Comandi generali dell’Arma dei carabinieri e della guardia di finanza, alla polizia di Stato (Stradale, Ferroviaria, Comunicazioni, Reparti speciali, Immigrazione, Anticrimine, Prevenzione).
Polizia locale non è pronta
Il Sole24 ore spiega anche il motivo dello stop imposto da Gabrielli. La nota del Viminale fa riferimento a un confronto avuto con Enac per trovare una condivisa e corretta applicazione» dei mini aerei. Questo perché si è verificato più di un caso dove l’utilizzo di droni ha creato qualche criticità. E il Viminale non nasconde la problematica. Pare, infatti, che a qualche agente di polizia locale (non si tratta di Busto, sia chiaro ndr), sia scappata la mano nel pilotare questi gingilli tecnologici. Che, occorre ricordate sono comunque già in uso per determinate operazione dai corpi di polizia di Stato, carabinieri e finanza. L’allargamento alle polizie municipali, tutte impegnate nei controlli sulle norme Covid-19, ha fatto emergere utilizzi scorretti. Rispetto ai quali si è deciso di imporre lo stop a un loro massiccio ed esteso utilizzo.