Covid-19, l’elisir della verità

LE 10 DEBOLEZZE PORTATE A GALLA DALL'INFEZIONE

In queste settimane il coronavirus ci ha sbattuto in faccia, in modo impietoso, alcune verità. Piaccia o no, di questo dovremo essere riconoscenti, perché il lungo periodo di segregazione ha portato (e sta portando) a galla molte cose che, fino alla vigilia della quarantena globale, viaggiavano sommerse. Con l’aiuto dei nostri lettori, ne abbiamo elencate 10. E si tratta ovviamente di un elenco parziale.

1.       L’Europa non esiste. Non sono arrivati aiuti all’Italia, primo paese colpito dall’infezione. O meglio, non sono arrivati dall’UE, mentre sono arrivati dalla Cina e dalla Russia. E’ vero che i conti si fanno sempre alla fine, ma già questo “squalifica” il ruolo dell’Europa che al momento del bisogno è sparita, nonostante le belle parole. Lo dimostra anche l’atteggiamento sui coronabond.

2.       La debolezza del sistema economico. Questa emergenza ci ha fatto raccogliere i frutti (appassiti, purtroppo) di un’economia nazionale incapace di reagire, di avviare un sistema di produzione autonomo. Dipendiamo sempre dagli altri, questo è il punto. La tragica vicenda delle mascherine è eloquente: sono cominciate ad arrivare solo da qualche giorno, ad oltre un mese dall’inizio dalla quarantena. Pazzesco.

3.       La fragilità della globalizzazione. E’ stupendo poter ordinare un prodotto a basso costo in Cina e vederselo consegnare la mattina dopo a casa. Ma la stessa cosa vale per un’infezione. Facciamocene una ragione: abbiamo abbattuto i confini, nel bene ma anche nel male.

4.       Nulla sarà più come prima: lo dicono in molti, ma noi crediamo che la vita ripartirà e tornerà come prima. La storia insegna, basta leggerla prima di parlare. Solo che ci vorrà tempo. Dimentichiamoci quindi di partire per le Maldive il giorno dopo la fine della quarantena, perché i voli non ci saranno (le compagnie aree che riusciranno a sopravvivere alla crisi avvieranno collegamenti solo verso le destinazioni su cui ci sono numeri consistenti di passeggeri, inoltre i portafogli di moltissimi italiani non consentiranno spese superflue) e la metà delle destinazioni resteranno – per qualche tempo – un bel ricordo.

5.       Social e bufale. I social e le catene su whatsapp sono state (e sono) d’aiuto per avere una parvenza di vita relazionale in questi tempi difficili, ma hanno dimostrato di essere un’arma a doppio taglio: le fake news, cioè le bufale, imperversano e dimostrano l’assurdità delle relazioni virtuali fra le persone. Il coronavirus ci ha insegnato che per parlarci dobbiamo guardarci negli occhi. Oggi non si può e ne sentiamo la mancanza. E’ per questo che – quando tutto ciò sarà finito – se siamo saggi riscopriremo lo “stare insieme”. Fisicamente, non virtualmente.

6.       Bisogni primari: capisci il valore di ciò che hai solo quando non ce l’hai più. Non poter uscire di casa, andare a bere un birra con un amico, non poter fare una semplice passeggiata, non poter scambiare quattro chiacchiere con il vicino di casa e così via ci fanno capire quanto siano importanti cose che, fino a ieri, consideravamo banali.

7.       Inadeguatezza delle politiche sanitarie. Medici, infermieri, operatori sanitari e personale del 118 sono degli eroi. Lo ripetiamo sempre. Il sistema sanitario, con i suoi tagli ai servizi nonostante l’enorme costo annuale (in Italia 110 miliardi all’anno), invece no. Anzi ha dimostrato la sua inadeguatezza. I conti si fanno alla fine. E alla fine qualcuno dovrà rispondere dei 51 medici morti (finora) a causa dell’infezione, per aver fatto fino in fondo il proprio dovere di medici. Erano adeguatamente protetti? E’ la domanda che si pongono in molti. A cominciare dalle loro famiglie. Inoltre, il covid-19 ci ha insegnato che bisogna rivedere l’attuale organizzazione ospedaliera, nonché il numero degli operatori sanitari. La medicina a numero chiuso ha dimostrato di essere utile a qualcuno, di certo non al sistema. E non al Paese.

8.       Il virus della confusione: riprendiamo l’editoriale di ieri del nostro Direttore, per evidenziare come il “corona” abbia messo a nudo la confusione istituzionale. Girano parecchie vignette del tipo: “Con la quinta uscita del modulo di autocertificazione avrai in omaggio il comodo raccoglitore”. Ironia che la dice lunga. Ma come fanno un anziano, una casalinga, una mamma con due bambini in casa a star dietro a tutto questo? Magari manco hanno la stampante. E ogni giorno ti cambiano il modulo.

9.       Ma quanto costa vivere? Quando è stato approvato il decreto “cura Italia” nel quale sono previsti 600 euro per le partite Iva che da settimane non incassano un centesimo, in molti si sono domandati: ma questi sanno quanto costa vivere? Cosa diavolo ci facciamo con 600 euro? A loro poco importa, perché tanto ogni mese portano a casa stipendi formidabili, ma l’Italia è da un’altra parte.

10.   Non stiamo combattendo il coronavirus, ma la fragilità del sistema di vita in cui siamo immersi. E noi stessi. In fondo questa epidemia ci ha messo tutti davanti ad uno specchio, costringendoci ad osservare l’immagine riflessa. E non sempre è quella che vorremmo vedere.

Questa rubrica è dedicata ai nostri lettori: raccontateci la vita ai tempi del coronavirus. La vostra vita. Mandateci via mail (coronavirus@malpensa24.it) foto e commenti di situazioni domestiche, di ciò che fate, di ciò che accade e di come state vivendo questi giorni difficili, le vostre riflessioni, i vostri quesiti. E noi pubblicheremo.

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