Busto, il Muro delle Donne sfida la violenza. EVA Onlus: «Casi in aumento»

BUSTO ARSIZIO – L’otto marzo di fronte al Muro delle Donne di viale Piemonte: ormai è una consuetudine a Busto, dove la parete esterna della piscina Manara dal 2017 accoglie opere d’arte per combattere la violenza sulle donne con la forza della bellezza. Quest’anno se n’è aggiunta un’altra, e servirà a dare più visibilità al numero antiviolenza 334.5369630 di EVA Onlus: «Su 1400 vittime assistite da quando operiamo in città – rivela la responsabile del centro antiviolenza Cinzia Di Pilla – un centinaio di donne si sono rivolte a noi dopo aver visto il numero antiviolenza sul Muro delle Donne».

Casi in aumento

Intanto i numeri delle vittime di violenza e abusi che vengono assistite da EVA Onlus sono «in aumento», come sottolinea la presidente dell’associazione Emilia Barni, «anche perché riteniamo che la sensibilizzazione fanno emergere questo fenomeno e le donne sanno di essere accolte e accompagnate, pur con tutte le difficoltà». È Cinzia Di Pilla a fare i conti: «L’anno scorso abbiamo chiuso con 240 donne, 1400 da quando siamo nate». E anche il numero antiviolenza, che garantisce «reperibilità H24», è uno strumento importante per salvare le vittime.

Cinzia Di Pilla ed Emilia Barni

Il Muro delle Donne

In fondo, il Muro delle Donne è nato anche per mettere in mostra il numero di EVA Onlus, inserito in un contesto attrattivo. «Quel numero ha salvato tante persone – ricorda il sindaco Emanuele Antonelli – era stata una scommessa. Ora sono passati tanti anni e il muro è sempre più bello. E nessuno lo ha imbrattato». A volere questa iniziativa c’è sempre Amnesty International. «Abbiamo iniziato in piazza 25 Aprile (davanti alla vecchia caserma dei Carabinieri, ndr) poi davanti alla Biblioteca, quindi abbiamo riempito questo muro definitivo – f notare Shakhrokh Farhanghi, del gruppo di Busto – noi vogliamo dire stop al femminicidio e alla violenza sulle donne».

Le donne della politica di Busto

A svelare la nuova opera appesa al Muro ci sono i due assessori donna, Paola Reguzzoni (inclusione sociale), che propone «l’intitolazione della piazza del mercato ad una donna vittima di violenza, quando sarà valorizzata», e Daniela Cerana (pari opportunità), che ricorda che «molto si è fatto ma molto si deve ancora fare, soprattutto in alcune parti del mondo». C’è anche l’europarlamentare di Busto Isabella Tovaglieri, che durante la giornata sarà anche a parlare ad un sindacato («perché la violenza di genere si manifesta anche negando il diritto allo studio e al lavoro») e a manifestare davanti al consolato iraniano «per solidarietà alle donne perseguitate».

Bellezza e pace

«Il muro è un dono di bellezza e pace al ricordo di tutte le donne vittime di violenza in tutto il mondo – ribadisce Enrico Riva, attivista Amnesty e artista – la pace è bellezza e la bellezza è pace. Ed è importante che a Busto rimanga viva questa memoria di bellezza che speriamo porti pace». Marinella Bistoni, presidente del gruppo di Varese di Amnesty International, aggiunge che «è un motivo grande orgoglio e ci aspettiamo di implementarlo».

busto arsizio muro delle donne – MALPENSA24