Busto, il presidente del Duc: «Legalizziamo l’occupazione abusiva»

BUSTO ARSIZIO – «Ora si trovi una soluzione anche legalizzando l’occupazione abusiva». Dichiarazione che facilmente può essere attribuita ai centri sociali, ai gruppi dell’estrema sinistra, a coloro i quali contestano il “sistema” e ne vedrebbero volentieri l’implosione. Invece l’ha scritta su Facebook il presidente del Distretto urbano del commercio, Matteo Sabba, un rappresentante del sistema, nominato a capo dell’ente che sovrintende le attività commerciali a Busto Arsizio, diretta emanazione dell’amministrazione civica e dell’Ascom.

L’esternazione

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L’esternazione di Sabba arriva a commento di un articolo della Prealpina, nel quale si dà conto della precaria situazione abitativa di una signora, dei suoi due figli poco più che ventenni e dei loro cani, destinatari di uno sfratto esecutivo per aver occupato abusivamente una casa Aler. “Un appartamento che però era vuoto” specifica la signora al cronista. Giustificazione che fa seguito al racconto di una complicata vicenda famigliare e alla mancanza di un’occupazione che garantisca un reddito per pagare la pigione. Rifiutata la collocazione al dormitorio di piazza Volontari della Libertà (“Non ci sono nemmeno le docce”) la signora chiede comunque una soluzione al suo problema. Che apre a scenari di indigenza diffusa, introduce una enorme questione sociale e tocca il drammatico tema della povertà. Discorso ampio, che non può essere affrontato in poche righe. E non può nemmeno essere risolto col metodo Sabba: legalizzando l’abusivismo.

I precedenti

Il presidente del Duc non è nuovo a uscite di questo genere, provocazioni imbarazzanti per via del ruolo istituzionale che ricopre. E per chi lo ha nominato alla guida del Distretto. Un nodo politico che nessuno si è mai peritato di affrontare, anche alla luce della forza elettorale rappresentata dal gruppo che fa riferimento a Sabba: Busto Grande, pronto a ripresentarsi alle prossime amministrative. I commenti sono scontati, reiterati ogni volta e fanno l’effetto dell’acqua sul marmo. Anche se nessuno, in un contesto di civiltà, può o dovrebbe tollerare gli inviti all’illegalità. A meno che sia più comodo, come temiamo, girare la faccia dall’altra parte.

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