Sabba (Duc): «Busto merita un grande Natale, 110 mila euro non bastano»

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BUSTO ARSIZIO – «Per una città come Busto 110 mila euro per le luminarie, e per una festa sentita e importante come il Natale, sono perfino pochi. E’ chiaro che se si vogliono organizzare eventi importanti che richiamano gente da fuori, come ad esempio fa Como, bisogna investire. Spendere. Tanto più che da Milano alla Svizzera siamo l’unica città: la più grande e importante». Matteo Sabba, presidente del Distretto del commercio, prende posizione nel dibattito “luminarie costose” rivendicando la grandeur di Busto «perché non siamo né Olgiate né Solbiate» e, quando gli si fa notare che dal capoluogo di Regione al confine elvetico c’è anche Varese, con ironia liquida così la Città Giardino: «Ma quello è un paese tra le montagne. Non conta».

Al lavoro per un grande Natale

«Come Distretto Urbano del Commercio stiamo già lavorando per preparare il Natale», dice subito Sabba. Per il quale il Covid, più che una variabile che potrebbe rendere vani tutti gli sforzi e i soldi destinati, è un impiccio: «Anzi, a causa del coronavirus siamo in ritardo sui tempi».

Il presidente del Duc non svela però su quale idee sta lavorando, anche se fa capire che quella approvata in giunta potrebbe essere solo una prima delibera sul tema. Altre ne potrebbero seguire, «perché se vogliamo organizzare un Natale con i contro fiocchi (in realtà su Facebook Sabba è più chiaro, ma meno edulcorato ndr) è chiaro che bisogna investire. Piaccia o non piaccia, oggi è così. Io di eventi ne ho organizzati molti e se si vuole una cosa di livello bisogna spendere. E per il Natale si può anche fare. E’ una festività, soprattutto qui al Nord, molto sentita dalla gente».

Sguardo al futuro ma ritorno al passato

Sabba ha in mente i Natali di qualche anno fa. «Quelli che si facevano al Tessile, per intenderci. Quando la gente veniva anche da fuori città per pattinare. Sono anni che Busto non organizza una cosa del genere». Non dice nulla, ma è chiaro che “boccia” lo scafandro piazzato l’anno scorso in piazza Vittorio Emanuele e sul quale hanno slittato critiche, polemiche e anche esponenti della giunta al momento dell’inaugurazione del grande scivolo.

Insomma, Sabba vorrebbe qualcosa di importante. E, a questo punto, anche di più impegnativo (economicamente parlando) di quanto già stanziato per le luminarie. Che, occorre dire, è la stessa cifra dell’anno scorso. «Come Duc – continua – abbiamo appena rinnovato la convenzione con Palazzo Gilardoni (100 mila euro sul biennio 2020-2021). In questi mesi per via del Covid non abbiamo organizzato nulla e quindi i fondi che ci hanno destinato andranno molto probabilmente sul Natale».

Quindi Sabba “spegne” Varese e rilancia la sfida delle luminarie con Como: un derby in realtà proposto (non dal presidente del Duc) anche l’anno scorso, quando però la competizione non andò poi così bene per Busto, che rimase al buio. Battuta anche dalle 500 mila lucine di Olgiate Olona.

A Busto luminarie ancora spente. Grande preoccupazione tra i commercianti

Per adesso si accende solo Sabba. Ma chi lo oscura?

In attesa di vedere come andrà il derby delle luci natalizie, a Busto ci si chiede “Chi attacca il vicesindaco usando il nome di Matteo Sabba?“. C’è infatti chi accende una partita tutta interna al centrodestra bustocco sul tema commercianti: a farlo è un post sulla (poco) misteriosa pagina Facebook “Matteo Sabba che fa cose“. Dove “Matteone”, così viene battezzato dall’anonimo amministratore di pagina, mette in competizione il presidente del Duc (che è anche portavoce di Lombardia Ideale – costola del Carroccio – a Busto) e l’assessore al Commercio della Lega Manuela Maffioli, accusando il vicesindaco leghista (e i satelliti della politica cittadina) di oscurare e tarpare le ali di Sabba. Che sul Natale, lui l’ha detto chiaro, vuole volare alto.

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