Busto, in pochi al corteo contro la guerra. «No alla Nato», Putin neanche citato

BUSTO ARSIZIO – «Fuori la Nato dall’Italia e fuori l’Italia dall’Unione Europea». Risuonano slogan da anni ’70 al corteo contro la guerra che oggi, 27 maggio, ha attraversato tutta la zona del centro di Busto Arsizio. Tanto rumore con i fischietti e con la musica “a palla” dalle casse montate sul fuoristrada che guidava la manifestazione, ma appena un centinaio di persone in marcia, diventate anche meno all’arrivo in piazza Santa Maria, dopo oltre due ore di corteo in giro per la città, toccando una serie di luoghi simbolo come il mercato, la sede di Confindustria e l’istituto La Provvidenza. Lontani i tempi in cui la città veniva paralizzata, come nel febbraio di un anno fa. Anche stavolta il corteo si è svolto sotto la sorveglianza dell’imponente spiegamento di forze dell’ordine, in primis Polizia e Carabinieri, supportate dalle pattuglie della Polizia locale.

La manifestazione

Dopo il banchetto di raccolta firme per il referendum “Ripudia la guerra” in piazza Garibaldi, i manifestanti si sono mossi dietro agli striscioni contro l’invio delle armi in Ucraina, contro il governo Meloni e soprattutto contro la Nato e le aziende che producono armi e velivoli da combattimento. «Guerra e pandemia. Stessa strategia» uno degli slogan della manifestazione, che ha unito i “no Green Pass” di Assemblea Popolare, insieme alle sigle sindacali di base SGC, Cobas e LMO (Lavoratori Metalmeccanici Organizzati) «No alla guerra, no alla Nato» il grido degli organizzatori, che hanno richiamato «la coscienza civile e la partecipazione dei cittadini», nel nome di don Milani. «Un appello ai cittadini che passano» l’ha rivolto Antonio Ferrari, segretario nazionale LMO: «Non chiudete gli occhi sulla guerra ma anche mentre tagliano sanità, pensioni e salari».

Gli slogan

Nei discorsi iniziali sono state espresse preoccupazioni per «la svolta autoritaria nel Paese» (sostenendo che «la modalità come in passato è quella dello stato di emergenza») e accuse al «capitalismo maturo, che si evolve nell’ennesimo ciclo di ristrutturazione del sistema, che deve salvaguardare il potere e la sperequazione economica a favore dei pochi ultra ricchi». E ancora, nel mirino «i rischi di un conflitto nucleare e del cambiamento climatico», ma anche «le politiche che portano alla precarizzazione del lavoro». Ma non una parola, né scritta né parlata, contro Putin e la Russia che ha scatenato la guerra contro l’Ucraina: anzi, tra le motivazioni della manifestazione c’è anche «l’irrazionale paura di un nemico creato ad hoc dai mass media». All’arrivo in piazza Santa Maria i discorsi finali nella location che fino allo scorso anno è stata per mesi il ritrovo del sabato pomeriggio delle manifestazioni contro il Green Pass. Poi è arrivata la band del Festival di Musica e Arte della Nuova Busto Musica a prendersi la scena.

busto arsizio corteo guerra – MALPENSA24