Busto, maxi frode: «Con un testone sono 25mila puliti al mese per ciascuno»

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BUSTO ARSIZIO – Sono due le società “cartiera” al centro dell’indagine della guardia di finanza di Busto Arsizio, coordinata dal pubblico ministero Nadia Calcaterra, che ha portato all’arresto di tre persone, due donne e un uomo, accusati di aver messo a punto un “servizio evasione all inclusiveconteggiato in una maxi frode da oltre 34 milioni di euro.

I clienti tra Legnano e Valle Olona

Le due società sono la M.A.B.S Rls, con sede legale a Castellanza, e la Essemme Srl costituita a Castellanza con sede legale poi spostata a Milano. I tre erano al vertice delle due società che non producevano altro che fatture false destinate a consentire ai “clienti” delle cartiere di evadere le tasse. Sono in tutto 70 le società che nell’arco degli ultimi due anni hanno fatto ricorso ai “servizi” offerti dal trio. Parecchie hanno sede tra Legnano, Parabiago, Busto Arsizio, Fagnano Olona e Gorla Minore.

Conti esteri e prestanome

I tre potevano contare anche su conti correnti in Ungheria e Svizzera sui quali “far girare” gli importi evasi. Somme che venivano accreditati a prestanome risultati essere o evasori totali o percettori di redditi molto modesti. Gli inquirenti hanno stimato che in due anni sui conti delle cartiere sono transitati più di 12 milioni di euro. Il sistema viene definito “spregiudicato” dagli investigatori. Alcune delle partite Iva utilizzate per emettere le fatture false corrispondevano a società dismesse, gravate da fallimento e in un caso addirittura inesistente.

Un testone al mese

Le società “cartiera” trattenevano il 7% della cifra fatta girare. Il 2% andava a compensare le spese, il 5% era l’incasso garantito ai sodali. Che ragionavano su importi a sei cifre: «Facendo girare un testone sono 200mila a settimana – ragionano alcuni indagati intercettati telefonicamente – Facciamo 20mila di spese sono 50mila puliti da dividere in due. 25mila al mese puliti non sono male».

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