Busto, i gestori di nidi e materne privati: «Rette sospese, ma a noi chi ci tutela?»

BUSTO ARSIZIO – Asili nido privati chiusi e a rischio sopravvivenza, il grido di dolore dei gestori delle strutture non convenzionate. «Senza il servizio le famiglie non pagano, ma lo Stato cosa fa? Come facciamo a coprire i costi fissi?». È la domanda che si fa, e che rivolge pubblicamente alle istituzioni a tutti i livelli, Massimo Perotti, che insieme alla sua socia Eleonora Brigandì da più di dieci anni gestisce le strutture Paffulandia a Busto Arsizio, due asili nido e una scuola dell’infanzia privati. «A noi chi ci tutela?». Il Comune ci ragiona, aprendo un tavolo permanente di confronto con i gestori.

La lettera aperta

Per il coronavirus siamo stati obbligati, giustamente, a chiudere. Ora abbiamo tutto il personale in cassa integrazione (prenderanno i soldi tra 2/3 mesi ?!?), abbiamo chiesto per marzo ed aprile le rette al 50% per stare in piedi e per pagare gli affitti, luce, gas, tasse e soliti costi fissi…qualche famiglia ha capito…tante non hanno pagato…
Poi, qualche giorno fa l’articolo del Sindaco (Emanuele Antonelli di Busto Arsizio, ndr), al quale ho già scritto e sono in attesa di risposta, che dice di NON pagare le rette perché alle scuole materne e nidi pubbliche e private convenzionate ci pensa il Comune: mi ha fatto ricevere tante telefonate e mail da parte di clienti che si sentono autorizzati a non pagare, non sapendo che noi siamo privati e non convenzionati. Noi non siamo convenzionati non per volontà nostra, ma perché il Comune non ha soldi ed interesse a fare convenzioni, almeno così mi è stato risposto l’anno scorso. E a noi, che diamo un servizio fondamentale sul territorio non pensa nessuno? Trovo tutto questo scandaloso!! Nessuno ci vuole pagare, come facciamo a stare a galla e a riaprire? È colpa nostra??

Il problema

Lo sfogo di Massimo Perotti si rifà ad un problema che ha già avuto ampia eco, sia sulle cronache locali sia su quelle nazionali. Il mondo del privato e paritario in ambito educativo vive momenti di grande incertezza, perché se è vero che i genitori chiedono di non pagare le rette in assenza del servizio, nidi e materne non hanno altri introiti che non siano quelli garantiti dalle famiglie, mentre le uniche spese coperte, in questa fase di sospensione delle attività scolastiche a tutti i livelli, sono quelle del personale in cassa integrazione. Un problema che si protrarrà ancora, visto che le restrizioni potrebbero durare ancora a lungo. Così i nidi privati stanno chiedendo un aiuto alle famiglie dei bambini iscritti, per poter sopravvivere, ma soprattutto alle istituzioni.

Tavolo permanente

A Busto Arsizio l’assessore all’educazione Gigi Farioli, dopo aver aperto «un tavolo permanente» con le scuole materne paritarie (che hanno accettato in accordo con il Comune di sospendere le rette alle famiglie), ne ha avviato uno anche con gli asili nido privati e convenzionati. La preoccupazione per il futuro è evidente, perché soprattutto per quanto riguarda i nidi il privato garantisce una parte importante dell’offerta alle famiglie, e salvaguardare la continuità delle attività è necessario per non trovarsi di fronte ad una contrazione a scapito delle famiglie stesse.

busto asili nido coronavirus – MALPENSA24