Più medici in ospedale, Castiglioni (BaC): «La soluzione non si trova a Busto»

BUSTO ARSIZIO – «Incentivi per invogliare i medici a venire a Busto? Purtroppo non è quella la soluzione del problema. Bisogna intervenire ad un livello più alto di quello locale». Sul caso della “fuga” dei medici dall’ospedale, trattato settimana scorsa in commissione sanità, interviene Gianluca Castiglioni, consigliere comunale di Busto al Centro e medico. «Quando un anno e mezzo fa ci preoccupavamo di questo problema – la premessa – non eravamo proprio delle cassandre che parlavano al vuoto, come qualcuno aveva pensato, forse in primis il nostro caro sindaco, che in definitiva è pur sempre quello che dovrebbe preoccuparsi maggiormente di queste problematiche. Ma abbiamo apprezzato che il direttore generale dell’Asst ci abbia messo la faccia per primo e che non si tiri indietro».

Agevolazioni? «Il problema non si risolve a Busto»

«Riallacciandomi alle parole del DG Eugenio Porfido sulle carenze di organico dei medici, crediamo che vada risolta ad un livello più alto di quello locale – ragiona Gianluca Castiglioni – nello specifico togliendo l’obbligatorietà della specialità per l’assunzione dei medici, perché con la carenza di medici specialisti che c’è è l’unica strada, almeno per un periodo, finché non verranno coperti con le borse di studio i posti necessari a completare le necessità di specialisti». Si tratta però di un tema che può trovare una soluzione «a livello ministeriale o di conferenza Stato-Regioni: è lì che va posta la questione». Ecco perché il capogruppo civico boccia l’idea delle agevolazioni per il welfare a favore dei medici avanzata dalla maggioranza di centrodestra: «Ribadisco e credo che il problema purtroppo non sia lì, o perlomeno non solo lì. Penso che serva innanzitutto un ambiente più tranquillo, che permetta a medici e infermieri di lavorare con un po’ più di serenità. Tra l’altro sembra che in quel senso qualcosa si stia muovendo, visto che ad esempio pare che si stia venendo a capo del problema della radiologia del Pronto Soccorso».

«Non è normale turnover»

Insomma, Castiglioni conferma l’impressione di un «fuggi fuggi» in atto a Busto («Tanti medici scappano, quello che è successo da un anno e mezzo o due a questa parte non è normale turnover»), ma anche la fiducia nelle azioni della Direzione generale: «Spero che le armi che si stanno mettendo in campo per cercare di richiamare gente possano essere utili a rimpolpare gli organici. Vedo che c’è la volontà affrontare problemi, anche se i tempi sono molto lunghi». L’esponente di BaC, parlando in questo caso ancor più con il camice di medico, rivolge infine «un ultimo appello, fatto anche in commissione: ascoltare un po’ di più gli operatori sanitari, che lavorano e hanno il polso della situazione. Se non si passa da lì diventa difficile arrivare ad una risoluzione dei problemi, al di là della sensazione dei pazienti sulla qualità della assistenza, che è quella di uno scadimento dell’offerta dal punto di vista sanitario». Anche perché l’impressione che in vista del nuovo ospedale si possano almeno in parte “fermare le macchine” degli investimenti sugli attuali nosocomi è difficile da spazzare via: «Giusto lavorare in prospettiva – chiosa Castiglioni – ma se ci vorranno 6-8 anni per realizzare la nuova struttura, qualcosa dal punto di vista pratico va fatto subito. Non si possono lasciare gli ospedali abbandonati a se stessi».

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