Busto, pienone al Lux per il sacco azzurro Agesp: dubbi e resistenze, ma meno tensione

BUSTO ARSIZIO – La rivoluzione del sacco azzurro Agesp continua a riempire i teatri: stavolta tocca al Lux di Sacconago, terza tappa del tour che toccherà tutte le zone di raccolta della città. Sold out di pubblico: solo il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani” regge il confronto. E in tanti con la manina alzata per fare domande. Ma rispetto al primo incontro dell’anno al teatro Aurora di Borsano si registra un calo della tensione. Anche se c’è chi incita alla ribellione: «Servizio dimezzato? E io pago solo metà Tari».

Amministrazione assente

Ad introdurre la serata c’è l’amministratore unico di Agesp Spa Francesco Iadonisi, che sceglie una linea soft: «Stiamo solo cambiando il colore di un sacchetto e chiedendo più attenzione nella raccolta differenziata – spiega – siamo qui per ascoltare proposte con spirito costruttivo». In prima fila c’è il direttore generale di Agesp Gianfranco Carraro, ma in sala non c’è nessun esponente dell’amministrazione comunale, e nemmeno dell’opposizione, fatto salvo per l’ex consigliere M5S Luigi Genoni. Sul palco salgono Paola Rossi, divulgatrice ambientale dell’agenzia di comunicazione Achab Group, e Claudia Colombo, dirigente di Agesp Spa, è rispondono, una ad una, al fuoco di fila delle domande dalla platea.

I dubbi

Raccolta quindicinale del “secco”, dimensioni del sacco azzurro, problemi con le lettiere dei gatti e rischi di abbandono dei rifiuti: continuano ad essere sempre le stesse le criticità più sentite tra gli utenti. Qualcuno si scalda: «Se fate metà servizio pretendo di pagare metà tassa rifiuti – alza la voce una donna – non mi tengo per due settimana in casa la puzza del sacco dell’indifferenziato». Sulle dimensioni del sacco azzurro invece Paola Rossi spiega che la scelta nasce dal test della «misurazione puntuale a Sant’Edoardo, dove è emersa la necessità di separare pannolini e pannoloni e di ridurre le dimensioni dei sacchi per evitare di tenerli per più di 15 giorni». E Claudia Colombo ricorda che l’analisi sui rifiuti di tutta la città ha rivelato che «in media il 70% di quanto contenuto nei sacchi viola potrebbe essere differenziato». Di qui l’obiettivo di dimezzare la produzione pro capite di rifiuto conferito nel nuovo sacco azzurro chippato.

Le risposte

Il rischio di un’impennata di abbandoni invece viene escluso. «Il timore c’è sempre, quando si passa alla raccolta puntuale, ed è ragionevole – spiega Paola Rossi – ma normalmente chi è maleducato oggi continua ad esserlo (proprio davanti al Lux c’era un cestino stracolmo, ndr) e normalmente il peggioramento non si verifica. Un po’ perché si diffonde la consapevolezza che non si smette di pagare la Tari se non si producono rifiuti». Tra le preoccupazioni, spunta quella espressa da Luigi Genoni (M5S) sul rischio degrado delle distese di sacchi fuori dai grandi complessi di case popolari, come in via Lamarmora a Sacconago. Ma Agesp replica che «è in corso un confronto con Aler che si è impegnata a trovare soluzioni per la gestione dei rifiuti nei suoi palazzi».

busto arsizio agesp lux – MALPENSA24