Scavano per posare il teleriscaldamento e trovano le mura dell’antico borgo di Busto

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BUSTO ARSIZIO – Scavano per posare il teleriscaldamento e trovano le antiche mura di quando Busto Arsizio era ancora un borgo. E’ accaduto questa mattina, martedì 23 luglio in via Parona, proprio a fianco di Villa Tovaglieri e di fronte al Museo del Tessile, insomma in una zona dove la storia della città è ancora viva e visibile.

A riportare alla luce quelle che potrebbero essere le antiche mura che cingevano il nucleo storico di Busto Arsizio è stata la benna della ruspa. Che sta scavando il solco per posare i tubi del teleriscaldamento. Dopo aver spostato i primi cumuli di terra e senza andare nemmeno troppo in profondità, sono riaffiorati i resti di ciò che poi si è rivelato essere un muro. Tra l’altro anche piuttosto possente. Sul luogo degli scavi è arrivato anche un archeologo.

A quel punto si è allargato lo scavo, avendo cura di non intaccare i reperti e le prime sensazioni sono state confermate: altri tratti di mura sono tornati alla luce. E da una prima e al momento ancora sommaria ricerca sono anche giunte le prime conferme e una datazione. Non ancora del tutto precisa. Quelle mura che per secoli sono rimasti sotto quella che oggi è via Parona si possono rintracciare anche nel Catasto Teresiano e quindi sono certamente antecedenti al Settecento.

Sugli scavi e sul rinvenimento è intervenuta anche la Sovraintendenza. «In questo momento non possiamo ancora dare notizie precise – spiega Daniela Locatelli, funzionario archeologo della Sovraintendenza e responsabile della provincia di Varese – Oggi è stato allargato lo scavo e sono stati ripuliti i reperti venuti alla luce. Si tratta di un elemento ad arco di cerchio. Certo la prima ipotesi è che si possa trattare delle antica mura del borgo».

Il rinvenimento è stata una sorpresa per tutti, anche se non è poi così straordinario che durante scavi, anche in pieno centro, possano emergere testimonianze del passato. «Non conosco ancora i dettagli – ha commentato l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli – ma se le prime ipotesi fossero davvero confermate sarebbe certamente un’importante scoperta. Un tassello prezioso del nostro passato, di interesse storico e urbanistico, ma anche identitario e culturale».

Il ritrovamento non ha comunque fermato i lavori.

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