Busto, schiava sessuale di un militare. Si va in Appello, anche contro la moglie

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BUSTO ARSIZIO – L’amante-colf trattata come una schiava da lui e dalla moglie succube: assolti in primo grado a Busto, in Appello si cambia musica. La Corte milanese ha riaperto i giochi. O meglio, ha riaperto l’istruttoria fissando l’esame della vittima e di sua sorella, che avrebbe assistito alle angherie. Per marito e moglie, assolti in primo grado dal collegio presieduto da Nicoletta Guerrero, si riapre dunque la battaglia legale.

L’Appello a novembre

Al centro della vicenda un militare 49enne e la moglie. «Mi ha picchiata per non avergli allacciato nel modo corretto gli anfibi militari». La parte offesa, la colf, aveva anche denunciato l’amante, perché l’avrebbe tenuta segregata in soggiorno durante le notti che la donna aveva trascorso a casa del 49enne e della moglie. I fatti sarebbero avvenuti nel 2016 a Busto Arsizio. 

Tutte le accuse

L’ex militare, infatti, era stato accusato oltre che di maltrattamenti e lesioni anche di atti persecutori. La presunta vittima ha raccontato di pedinamenti e di comportamenti vessatori come l’averla costretta a cambiare utenza cellulare e a cancellare tutti i contatti affinchè non potesse praticamente telefonare a nessuno. Il 49enne è stato però assolto in primo grado da tutte le accuse. Il pubblico ministero invece, aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi. Il giudice ha assolto l’ex militare dalle accuse di stalking e maltrattamenti perché il fatto non sussiste mentre l’assoluzione dal capo di imputazione per lesioni è arrivata con formula piena.

Il ribaltone?

Ma la Procura non ci sta: la coppia si era trasferita per un periodo alle Canarie. Ora la giustizia farà il suo corso, in secondo grado. Quindi l’8 novembre inizierà un nuovo processo.

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