Busto, solo la maggioranza “liquida” Accam. E fuori si contesta il consiglio

BUSTO ARSIZIO – Dentro il sindaco e il presidente del consiglio comunale che “guidano” l’ultima seduta del consiglio comunale di questo mandato (in streaming), con la controversa approvazione del via libera alla liquidazione di Accam, e fuori il mini-presidio di contestazione che unisce movimenti avversari alle urne come La Sinistra Chiara ed Europa Verde, ma accomunati dall’appartenenza al fronte “no Accam”. La consigliatura iniziata cinque anni fa si chiude con una seduta che parla soprattutto di scuole, lasciando fuori dal portone di palazzo Gilardoni le polemiche sull’inconsueta convocazione in piena campagna elettorale.

Atto «urgente e improrogabile»

La delibera su Accam, così la definisce il sindaco Emanuele Antonelli, è «la continuazione di un grande percorso iniziato qualche mese fa, un altro step già previsto» nell’operazione che ha portato alla nascita di Neutalia, che ha preso in affitto il ramo d’azienda della gestione dell’inceneritore. Il sindaco cita la norma del codice civile che «impone agli amministratori (di Accam, ndr) di convocare senza indugio l’assemblea per le opportune deliberazioni» per ribadire che è «necessario per legge mettere in liquidazione Accam». E che è «urgente e improrogabile predisporre le azioni propedeutiche alla messa in liquidazione». Indirettamente, una risposta alle polemiche sulla convocazione.

Il centrosinistra non partecipa al voto

Al voto arriva il Sì compatto dalla maggioranza di centrodestra (con qualche assenza, tra cui il borsanese Orazio Tallarida di Forza Italia) con Busto al Centro assente dalla seduta (così come i consiglieri del misto Diego Cornacchia e Mariangela Buttiglieri) e PD, M5S e Salvatore Vita che non partecipano al voto. «A mio avviso non rispetta i termini normativi ed è illegittima, perché non ci sono termini di scadenza perentori e improrogabili» la motivazione espressa da Vita, che alle elezioni è candidato con la civica Progetto in Comune-Maggioni Sindaco, e condivisa esplicitamente anche da Cinzia Berutti.

Il presidio fuori dal Palazzo

«Pochi ma buoni» si definiscono i rappresentanti delle liste La Sinistra Chiara ed Europa Verde che si sono radunati fuori da palazzo Gilardoni, mentre iniziava la seduta consiliare, per contestare la legittimità della convocazione. «Essere qua e non esserlo la dice molto su ciò che si dice e ciò che si pratica – fa notare Elis Ferracini, tra i promotori di LSC – se la risposta al nostro appello è la non adesione alla contestazione di un atto che va contro le norme del testo unico ne prendiamo atto, ma ci chiediamo quale sia la discontinuità prospettata sia per chi si candida a governare sia rispetto all’inconsistenza dell’opposizione di questi anni». Nel mirino il presidente del consiglio Valerio Mariani: «Non ha neanche risposto alla mia lettera» protesta la candidata sindaco Chiara Guzzo. «Aver avallato questa scelta non è essere super partes» fa notare Ferracini. In presidio ci sono anche i Verdi, che alle elezioni sono alleati con il centrosinistra, con un certo imbarazzo per la scelta di PD e M5S di non disertare la seduta (anche se poi non hanno partecipato al voto). «Tutti quanti si devono porre il problema di cos’è democrazia – sostiene Stefano Marchionna, candidato di Europa Verde – a fronte di un’inutile fretta si è preferito andare contro alla norma a pro di decisioni non imposte da nessuna legge».

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