Dopo l’omicidio in vicolo Landriani a Busto si interviene contro il degrado

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BUSTO ARSIZIO – Qualcosa si muove in vicolo Landriani. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 8 febbraio, in quello che viene definito da chi risiede nella zona «Un tugurio, rifugio di abusivi e tossicodipendenti» sono arrivate le prime ruspe. In una delle baracchette di cantiere lasciate sull’area fatiscente “vittima” di un fallimento il 13 dicembre scorso era stato trovato il cadavere di una donna ucraina di 50 anni uccisa con uno o più colpi e poi abbandonata. Lasciata morire, stando alla ricostruzione degli inquirenti.

L’esasperazione dei residenti

Un omicidio che è stato anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’insofferenza di chi vive accanto al degrado nonostante l’area sia in centro città era esplosa. Il 22 gennaio scorso il pubblico ministero di Busto Arsizio Francesca Parola che coordina l’inchiesta sull’omicidio aveva dissequestrato rapidamente l’area affinché gli interventi di messa in sicurezza potessero iniziare il più rapidamente possibile. Gli accertamenti, anche quelli operati dalla scientifica, erano stati del tutto completati. Sull’area, insomma, era possibile eseguire interventi di ripristino senza che l’autorità giudiziaria avesse nulla da eccepire. La baracchetta dove è stato trovato il cadavere della vittima avrebbe anche potuto essere rimossa.

Ruspe al lavoro

Il sostituto procuratore Parola aveva notificato il provvedimento di dissequestro sia al curatore fallimentare che al Comune. Al sindaco Emanuele Antonelli, che si era detto pronto anche a intentare azioni legali contro la curatela qualora gli interventi necessari a garantire un minimo di decoro all’area non fossero stati realizzati, il pm aveva notificato il nulla osta per il ripristino dei luoghi. E oggi in vicolo Landriani sono arrivate le ruspe. 

Dopo l’omicidio dissequestrato il tugurio di vicolo Landriani. “Ora venga blindato”

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