Angera, la Pediatria dell’Ondoli verso la telemedicina. Protesta trasversale

ANGERA – «Abbiamo appreso dalla stampa che da ora la gestione sanitaria di urgenza pediatrica sarà virtuale. Siamo consapevoli della difficoltà del momento, ma non possiamo accettare che questa sia una scelta definitiva e irrevocabile». Sono le parole sull’ospedale di Angera condivise in una nota congiunta, che porta la firma di alcuni gruppi politici del territorio. Da Angera stessa a Sesto, fino a Varano Borghi, ma anche Ranco e Taino: gli esponenti dei vari gruppi interessanti si uniscono, ritrovandosi in alcune «considerazioni». Soprattutto se «la decisione che attualmente ci viene proposta per la pediatria è la telemedicina».

«Stiamo distruggendo le nostre eccellenze»

«La carenza di medici specialisti è ormai un problema che colpisce tutte le regioni», scrivono. «In Lombardia, nel 2025 mancheranno 1920 medici (di cui 510 pediatri, 315 anestesisti e 160 chirurghi). Comprendiamo il momento difficile, ma non possiamo accettare che questa sia una scelta definitiva, senza che finalmente si tenti di risolvere il problema anche alla fonte, incrementando cioè il numero di borse per specialisti». E citano i numeri della Lombardia, che «ne incrementa 55 all’anno». Non abbastanza, visto che sono «meno di Veneto ed Emilia Romagna». E aggiungono: «Non crediamo che questi numeri siano sufficienti. E soprattutto si percepisce una scarsa capacità organizzativa di chi gestisce la sanità sia a livello governativo che regionale e locale». E ancora: «Siamo stanchi di dover accettare solo manovre legate al risparmio nella gestione sanitaria in assoluta carenza di una programmazione efficace. Il servizio sanitario italiano era invidiato in tutto il mondo, ma mattone dopo mattone stiamo distruggendo tutte le nostre eccellenze. Ci rendiamo conto che questo tipo di problemi non sono risolvibili dai dirigenti medici, ma ci aspetteremmo una minore enfasi nel presentare queste soluzioni palliative».

Qui Angera e Sesto

Il primo a prendere parola è Milo Manica, capogruppo di Allea (Angera): «Sulla salute dei cittadini non si possono fare speculazioni. È ora che si torni a prendersi cura dei malati e non delle malattie, a occuparsi di pazienti e non di numeri». Mentre per il gruppo di opposizione Sesto2030 (Sesto Calende), la soluzione della pediatria virtuale «non può essere accettata come soluzione definitiva. Gli ospedali sono fatti di persone in carne ed ossa, il rapporto umano che si instaura tra pediatra e bambino non può essere sostituito da alcun mezzo virtuale». E prosegue: «Esistono altre soluzioni, che devono essere costruite attorno alle esigenze del bambino e della sua famiglia. La pediatria virtuale non risponde ad alcuno di questi bisogni. L’uso della tecnologia deve essere d’aiuto alla figura del medico, non il freddo surrogato».
A nome dell’altro gruppo di minoranza sestese parla Floriana Tollini, consigliera di Insieme per Sesto: «Nel giugno 2019 la nostra prima interpellanza come gruppo consigliare chiedeva al sindaco Buzzi di lavorare contro la riduzione dei presidi territoriali e all’ospedale di Angera. È assurdo che dopo questo anno in cui ci siamo resi conto di quanto la sanità territoriale sia fondamentale, si pensi ancora che sia possibile sostituire il rapporto medico-paziente con la tecnologia soprattutto per pazienti pediatrici».

Qui Ranco, Taino e Varano Borghi

Interviene anche Francesco Cerutti, sindaco di Ranco: «La pediatria virtuale è l’ultima follia che ci viene proposta e deve essere respinta. Questo è il risultato di anni di tagli assurdi nella sanità nazionale e regionale e non si può farlo ricadere sulla pelle di chi ha bisogno, soprattutto sui bambini».
Così Emilio Cancer, capogruppo di Taino Futuro e Tradizione (Taino): «Sostituire il rapporto diretto fra medico e paziente, a maggior ragione nel campo della pediatria, in modo stabile e codificato, spersonalizza l’intervento medico, e quindi ne limita la sua efficacia. Già la Didattica a distanza ha ampiamente dimostrato i suoi limiti; non si può snaturare anche la pediatria».
Per Giacomo Caielli, capogruppo Lista Sette Ponti (Varano Borghi), «le possibilità offerte dalle nuove tecnologie sono senz’altro una risorsa, e sarebbe sbagliato rinunciarvi a priori. Tuttavia non potranno mai essere pienamente sostitutive dei servizi reali sul territorio».

Chiudono i Verdi

Chiude la federazione dei Verdi della provincia di Varese: «La telemedicina è assolutamente rilevante in epoca Covid. Le esperienze di monitoraggio dei pazienti dimessi al proprio domicilio e gli ambulatori “virtuali” attivati per ridurre l’accesso ai Ps di malati fragili, sono risultate strategie importanti. Difficile vedere la stessa opportunità di azione e la stessa efficacia di intervento nel progetto di pediatria virtuale del Ps di Angera. Questo progetto, tra l’altro, si inserisce in una situazione confusa e stagnante nella quale le sorti dell’ospedale non sono definite. La vocazione di ospedale di prossimità o di comunità, vero anello di congiunzione con la medicina territoriale e strumento organizzativo già ampiamente sperimentato in numerose regioni italiane (Veneto ed Emilia Romagna su tutte) sembra essere l’ipotesi più probabile anche se, a quanto pare, tutto ancora deve essere fatto».

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