Caliendo spegne la rabbia di Forza Italia: «Con l’accordo ho salvato il centrodestra»

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VARESE – Dopo il giorno della rabbia arriva quello della ragione. O meglio, delle ragioni per cui si può dire che la quadra nel centrodestra è stata raggiunta. Per buona pace di chi ha trovato indigesto l’esito della riunione, e perché la politica non è fatta solo di emozioni. A spiegare come sono andate le cose nelle segrete stanze del summit di centrodestra che tanto ha fatto ribollire le chat di Forza Italia e gli smartphone degli azzurri è il senatore e commissario provinciale Giacomo Caliendo, ovvero colui che al tavolo ha diretto per i berlusconiani la trattativa.

Senatore Caliendo, il leghista Stefano Gualandris sostiene che sia stata trovata la quadra. In Forza Italia c’è chi dice il contrario e chi invece non ha ancora ben capito cosa sia successo. Insomma, accordo sì, accordo no o accordo forse? Ci spieghi
«Mi permetta prima di tutto di chiarire che non ho mai preso ordini da nessuno e la mia carriera politica lo dimostra. Ho invece sempre portato avanti e deciso in base alle idee e nell’interesse di Forza Italia. Anche in questo mio mandato a Varese e anche al summit del centrodestra dell’altra sera».

Quindi com’è andata? 
«La premessa è importante, poiché all’incontro altro non ho fatto che seguire le indicazioni del direttivo provinciale di Forza Italia che per me erano chiare: “Non rompere la coalizione”.

Ma tra il “non rompere” e chiudere su promesse tutte da verificare alla luce dei numeri che verranno fuori dalle urne ce ne passa, non crede? 
«In apertura di riunione ho ribadito che la posizione di Forza Italia era politica, e non legata a nomi o poltrone. Ma Lega e Fratelli d’Italia non hanno fatto un passo. Sono rimasti sulle loro posizioni, a dimostrazione che in sostanza loro avevano già chiuso».

Cioè dalla dialettica politica alla trattativa sui posti. Non è che così si sia svilito anche quanto in questi mesi aveva sostenuto?
«Non c’è stata alcuna trattativa sui posti. Mi sono trovato davanti un’offerta, sostanzialmente la stessa di qualche settimana fa. Con una differenza, che il direttivo mi ha detto di non rompere l’alleanza. Non accettarla avrebbe aperto la strada alla rottura. Ma io avevo un altro mandato».

Insomma, Lega e Fratelli d’Italia vi hanno messo spalle al muro: prendere o lasciare? 
«Diciamo che Forza Italia per storia e Dna politico ha sempre dimostrato di essere una forza che unisce. A volte facendo passi indietro anche rispetto alla reale forza del partito. A parti invertite io avrei fatto di tutto per garantire le richieste dei nostri alleati. Ecco, diciamo che in questo caso non ho visto da parte di Lega e Fratelli d’Italia lo stesso atteggiamento. E chiedere di più, o mantenere posizioni rigide, avrebbe significato mettere in discussione l’unità del centrodestra, quando il mio compito era invece tenerlo unito».

Non tutti hanno gradito nel suo partito. E Nicola Mucci non l’ha certo mandato a dire. Anzi, sostiene che il mandato del commissario fosse ben altro. 
«Posso capire la rabbia di Mucci. Meno il modo in cui ha espresso la sua posizione di contrarietà».

Altro nodo che ha fatto arrabbiare sono le liste del sindaco, le quali, seppur modificate, “purificate” da chi ha già fatto politica, comunque si faranno. Anche qui avete incassato il colpo, o no?
«Ero e sono contrario alle liste del sindaco perché, a differenza di quelle di partito, poi non si sa a chi rispondono. Ho fatto una deroga su Varese perché lì c’è una situazione differente. Qua la discussione si è chiusa con la proposta di Gualandris di avere liste civiche pure. E lì siamo rimasti».

Senatore, a più riprese ha dimostrato di credere nella corsa solitaria di Forza Italia non tanto per rompere il centrodestra, quanto per ribadire nel concreto la convinzione di voler dare ai moderati un proposta politica in cui tornare a credere, e in qualche modo alternativa al sovranismo. Ora non teme di pagare la scelta dell’accordo? 
«Io continuo a pensare che la nostra idea di bilanciare l’alleanza o, qualora non ci fossero le condizioni, di andare soli fosse quella corretta. Ma le idee, per quanto buone, non si possono applicare da soli. E poi non dobbiamo dimenticare gli elettori. Su questo la valutazione che è stata fatta è che la loro volontà è comunque di tenere unito il centrodestra per non far vincere la sinistra. Se osservo come sono andate le cose dico che Forza Italia ha dimostrato ancora una volta grande responsabilità nei confronti degli alleati e ha seguito una linea nell’interesse del nostro elettorato».

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