Il centrodestra si ricompatta: anche Forza Italia piega la testa

VARESE – «Abbiamo chiuso sui tre grandi Comuni al voto e trovato anche quell’equilibrio di rappresentatività amministrativa che chiedeva Forza Italia». Una frase secca quella del commissario provinciale della Lega Stefano Gualandris, che parla a nome di tutta la coalizione. Poche parole ma che dicono molto su quanto discusso nel summit decisivo del centrodestra (lunedì 10 maggio), durante il quale i vertici dei partiti hanno limato gli spigoli che fino ad ora avevano impedito di comporre il quadro politico. E così, dopo la Lega di Busto che ha visto frustrate le ambizioni di esprimere un proprio candidato, anche Forza Italia, su scala provinciale, rinuncia ad avere una propria candidatura in una delle tre grandi città al voto.

I tre candidati sindaci

Roberto Maroni a Varese, Andrea Cassani a Gallarate ed Emanuele Antonelli a Busto potranno contare sull’appoggio di tutto il centrodestra. Finiscono così in fondo al cassetto le ambizioni di chi, a livello cittadini, in queste settimane ha alimentato l’ipotesi di avere un candidato proprio. Risolto il nodo della rappresentatività amministrativa di Forza Italia. Gli azzurri nel quadro dell’accordo raggiunto, in caso di vittoria della coalizione, potranno contare su un vicesindaco e un presidente del consiglio in una grande città. Quale? «Non sono stati fatti nomi di persone e di città – ha spiegato Gualandris – Il tema più importante, infatti, non sono stati i posti, bensì la volontà di mettere in campo una coalizione che rappresentasse l’ala sovranista, ma anche quella moderata. Una volontà che tutti i rappresentanti seduti al tavolo ha sempre dichiarato di voler ottenere».

Un moderato a Villa Recalcati

Ora l’obiettivo è vincere. O meglio confermare il bis di Andrea Cassani a Gallarate, di Emanuele Antonelli a Busto e riprendere Varese. A quel punto si innesterà il discorso della presidenza della Provincia. Fratelli d’Italia, infatti, ha dato la disponibilità a lasciare la presidenza a un candidato moderato. «A scadenza naturale del mandato», ha precisato il presidente provinciale del partito della Meloni Andrea Pellicini. Il quale poi ha dichiarato di essere in piena sintonia con le parole di Gualandris sull’accordo raggiunto. Nella coalizione però c’è chi vorrebbe “monetizzare” subito l’intesa sulla presidenza a Villa Recalcati. Il commissario leghista sulla questione mette davanti i fatti: «Prima vinciamo le elezioni, poi ragioniamo sui tempi visto che stiamo parlando di elezioni di secondo livello con voto ponderato».

La lista del sindaco

Quello della lista del sindaco era un altro nodo da sciogliere. A porre la questione e i dubbi era stato proprio il commissario di Forza Italia Giacomo Caliendo, il quale si era detto contrario a tale soluzioni spingendo sulla rappresentatività del partiti. In realtà le liste del sindaco ci saranno a Varese, a Busto e probabilmente anche a Gallarate. Ma saranno civiche: ovvero senza personalità che hanno già fatto politica o avuto incarichi amministrativi. «In tal senso – ha convenuto il senatore di Forza Italia –  potrebbe essere un’ipotesi che non va a intaccare l’autorevolezza che i partiti devono comunque avere».

Ultimi tasselli da sistemare

Restano quindi i dettagli (se così si può dire): ovvero cosa fare a Caronno Pertusella, Castellanza e Cislago, Comuni che andranno al voto, ma dove il centrodestra non ha ancora un nome o una linea unitaria. Su Caronno la coalizione è decisa ad andare unita, ora però bisognerà trovare un candidato forte; su Castellanza l’intenzione è quella di superare il dualismo Lega – Fratelli d’Italia e qui non è escluso che tra i due contendenti possa spuntare a sorpresa un nome moderato. Difficilmente (come qualcuno aveva ventilato, un “papa straniero”). Infine Cislago dove il vaso del centrodestra è andato in frantumi e ricomporre i cocci sarà quasi impossibile. Qui, infatti, il rischio è di avere ben tre candidati di centrodestra.