Vicenda camici, i legali di Fontana: «L’Anticorruzione ha archiviato il fascicolo»

Il presidente Attilio Fontana risponde a Report sul caso camici

VARESE – «Anac ha archiviato il fascicolo sul caso dell’affidamento dei camici da Regione Lombardia a Dama Spa». Lo dichiarano gli avvocati difensori del governatore Attilio Fontana, informando dell’esito della segnalazione del Codacons su un presunto conflitto d’interessi del presidente di Regione nella procedura che portò ad affidare una fornitura da mezzo milione di euro di camici, in piena emergenza pandemia, alla società di Varese guidata dal cognato di Fontana, Andrea Dini, e nella quale la moglie del governatore, Roberta Dini, detiene una partecipazione del 10%. L’autorità anticorruzione, spiegano i legali del governatore, ha ravvisato «l’insussistenza» del ruolo di Attilio Fontana nella procedura di affidamento. Sulla vicenda, però, per il presidente pende ancora l’indagine della Procura di Milano per frode in pubbliche forniture.

La nota dei legali

«Il Consiglio di Anac nella seduta del 13 aprile 2021 ha deliberato l’archiviazione del fascicolo in merito alla procedura di affidamento della fornitura non ravvisandosi criticità nell’affidamento disposto nei confronti di Dama Spa e ha preso atto della insussistenza di un ruolo del Presidente stesso nella procedura di affidamento a Dama Spa della fornitura dei camici» si legge nel comunicato a firma degli avvocati difensori di Fontana, Jacopo Pensa, Alessandro Munari, Federico Papa e Alessandra Fossati. «Codacons, autore dell’esposto ad Anac, ritiene di aver visto accolta la sua segnalazione – precisano i legali – è esattamente il contrario: pur ritenuta la configurabilità in astratto di una situazione di conflitto di interessi del Presidente della Regione Lombardia, in concreto Anac ne ha accertato l’inesistenza».

«Fake news» sul caso

La delibera Anac, si legge ancora nel documento dei legali, è arrivata dopo «le segnalazione di presunte violazioni nell’affidamento in periodo di emergenza Covid-19, da parte di Regione Lombardia, della produzione e della fornitura di presidi medico-sanitari ad una società riconducibile alla famiglia del coniuge del Presidente della Regione e ad un conflitto di interessi di quest’ultimo rispetto al caso dei camici comprati da Dama Spa, società riconducibile al cognato del Presidente Fontana, in considerazione della campagna di disinformazione attuata con la propalazione di notizie false o di interpretazioni fondate su fatti non corrispondenti al vero».

Caso camici, Fontana indagato per autoriciclaggio e false dichiarazioni

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