Parte dal Campo Gaggio la battaglia contro la ferrovia Malpensa-Gallarate

ambientalisti ferrovia malpensa

MALPENSA – Il Campo Gaggio – in corso fino a domani al Centro Parco del Ticino di Tornavento – da nove anni è il momento di incontro per le associazioni ambientaliste per ritrovarsi e delineare le strategie utili a  fermare l’espansione di Malpensa. Quest’anno l’attenzione è rivolta al collegamento ferroviario Terminal2-Gallarate, un’opera «inutile e dannosa» che i paladini della natura vogliono fermare. A partire dalla Via.

La Valutazione d’impatto ambientale

Mercoledì 11 luglio si è aperta infatti la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) inerente il collegamento ferroviario Malpensa – Linea del Sempione. La documentazione è scaricabile dal Sistema informativo lombardo Silvia, consultabile dunque da tutti. Fino all’8 settembre ogni singolo cittadino, ente, comitato, associazione, Comune potrà presentare osservazioni inerenti il progetto e gli impatti a esso connessi.

Obiettivo:  fermare la ferrovia

Naturalmente è quello che faranno le associazioni attese domani mattina alle 11 a Tornavento per l’assemblea del Campo Gaggio. Oltre al Comitato Viva Via Gaggio, sono attesi tra gli altri Legambiente Gallarate, Comitato No Terza Pista di Vanzaghello, Unicomal, Covest, alcune realtà del Milanese e il Comitato SalviAmo la brughiera, nato a Casorate Sempione due anni fa proprio per fermare il doppio binario da 220 milioni di euro che unirà l’aeroporto al quartiere Ronchi di Gallarate. «Ci suddivideremo i compiti in base alle competenze per poter presentare in Regione osservazioni precise e puntuali», spiega Walter Girardi, tra i promotori del Campo Gaggio. «La rete di rapporti e collegamenti creati durante il vecchio Masterplan, così come la preparazione sugli argomenti e le conoscenze tecniche acquisite in questi anni, saranno il nostro punto di forza». L’obiettivo è ricalcare il successo del 2012 con il Masterplan, quando la sollevazione popolare riuscì a fermare l’ampliamento di Malpensa contenuto nella prima bozza del Piano industriale 2030, oggi rivisto con mire espansionistiche decisamente inferiori.

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