Cara Pro Patria ti scrivo, così mi distraggo un po’…

busto rimpasto giunta antonelli

BUSTO ARSIZIO – Un bel tacer non fu mai scritto. Della vicenda del “Carletto Reguzzoni” ci si era quasi rassegnati all’assordante silenzio di Palazzo Gilardoni. Molti avevano invocato, seppur in tempi ben diversi, un intervento di Sindaco ed Assessore riguardo la cessione del titolo di serie D del Busto 81 al Varese. A giochi ormai fatti, la lettera aperta a firma di Emanuele Antonelli e Laura Rogora indirizzata a Patrizia Testa, seppur apprezzabile nelle intenzioni di gettare acqua sul fuoco, appare però maldestra nella forma e nei contenuti, nonché ricca di contraddizioni. Prendendo spunto dai tanti commenti apparsi sui social, abbiamo chiesto al nostro esperto delle vicende biancoblù Mattia Brazzelli Lualdi, uno che la Pro Patria la segue da sempre, di tirare una sorta di sintesi su come la rete (non quella invocata nel bando) sia di fatto riuscita a    “smontare” diversi passaggi della missiva, tralasciando ovviamente le solite e oramai stucchevoli ripicche personali.

Libertà e regia

Sindaco e Assessore asseriscono di non poter limitare la libertà di un privato, ma potevano almeno esercitare un ruolo di regia, provando a suggerire a questo privato di usare meglio la propria libertà, per esempio vendendo comunque il titolo, ma a un altro club (Accademia Pavese o Sportland Milano??). Fare la regia significa essenzialmente difendere l’interesse del territorio, visto che Galli è a conti fatti arrivato in serie D usufruendo di un campo comunale. E quindi, in un certo senso, avendo anche un piccolo debito nei confronti del territorio.

Galli e il Busto 81

Allo stesso tempo Antonelli e Rogora dimostrano di non essere nemmeno stati un possibile partner per il Busto 81: evidentemente se il Sindaco ha ricevuto una telefonata in cui gli è stato detto “abbiamo venduto e basta“, vuol dire che che il Primo Cittadino e l’Assessore allo Sport non hanno nemmeno provato ad aiutare Galli nella scelta, senza capire di cosa avesse realmente bisogno il Busto 81, se avesse necessità e difficoltà derivanti dal Covid ecc. A Galli non è stato di fatto suggerita un’alternativa, né per tenersi la serie D (centrata non certo casualmente ma al terzo tentativo), né per venderla fuori da Varese.

Cui prodest?

Chissà a cosa serve allora la politica, se non si interfaccia con le realtà in vista del proprio territorio, che siano imprenditori, squadre sportive, associazioni culturali. Se la politica non tiene un rapporto con le realtà importanti del territorio, senza fare loro da regia o da supporto, tanto vale non averla.

Metter becco

Se davvero la politica non ha voluto e non vuole mai metter becco, allora non si capisce in che senso sia stato modificato il bando, perché è ovvio che non è Fogliani (il dirigente responsabile) a decidere di aggiungere/togliere la postilla per far partecipare la Pro: quello è ovvio che sia una volontà politica. Come doveva essere volontà politica tenere la serie D a Busto, o quantomeno non fare ritornare al rivale (calcistico) di sempre.

Pecunia non olet

Dare le cifre non sappiamo se sia esattamente legale, ma è sicuramente inelegante. Specie se non si cita l’offerta dell’altra partecipante, facendo pensare che il Busto 81 abbia offerto chissà quale importo, quando magari la differenza non è così “nettamente inferiore”. E in più – cosa non certo irrilevante – Sindaco e Assessore trascurano di riconoscere un aspetto del bando: un bando in cui era stato espressamente specificato che la parte economica avrebbe contato fino a un certo punto. Quale non si sa… o forse adesso sì.

A mensa

Sempre in materia economica, si percepisce fra le righe un po’ di astio nel fatto che la Testa non abbia ceduto la società a chi le era stato presentato o consigliato (implicito il riferimento al famoso quanto fastidioso battage “astenersi perditempo”). Anche in questo aspetto la lettera sembra in contraddizione con la parte iniziale: se in passato Palazzo Gilardoni, pensando che la Testa volesse vendere il club, ha presentato delle alternative, come mai non le ha presentate anche a Galli?

Pressioni

Se Sindaco e Assessore ritengono di non aver subito pressioni politiche, perché nessuno, vedendo un campo di Busto assegnato ad una società nuova con appena 30 giorni di vita, non ha verificato che nessun altro avesse magari subito pressioni?

Bandi

Visto che Antonelli e Rogora ribadiscono che i bandi sono una cosa serissima, perché tante fondazioni e tanti enti – altrettanto seri – vietano la partecipazione a società con meno di un anno di vita?

Gratis

In merito al riferimento “a non chiedere abbonamenti e biglietti gratuiti”, la risposta viene da sé: è facile non chiedere i biglietti ad uno spettacolo che evidentemente non interessa…

Piano B

Provinciale il riferimento ai campi di Gorla: è evidente che una società professionistica, che deve garantire un campo da gioco alle proprie giovanili (nel weekend costrette ad  emigrare a Turbigo…) non possa permettersi di lasciare i ragazzi in balia degli eventi. Ovvio che debba avere un piano B. Piano B che la politica invece non ha avuto.

Seggiolini

Rinfacciare i 400 mila euro spesi per i seggiolini (a favore di un impianto della città di Busto o della Pro Patria???), senza capire di valorizzare l’investimento compiuto con un campo aggiuntivo significa avere poca lungimiranza economica. E senza dimenticare (oltre alla convenzione onerosa  firmata dalla Testa) che sui seggiolini Antonelli a suo tempo aveva espresso commenti totalmente contrari alla parola “investimento”, utilizzata nella lettera.

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E le Pink?

In tutta questa vicenda manca sempre il riferimento alle Pink Stripes: la loro relazione, indiscutibilmente la migliore nel rispondere al requisito ritenuto principale di “fare rete” (fra l’altro sia con la Pro Patria che col Busto 81), non è stata premiata con l’assegnazione del bando, ignorando la collaborazione con ben dieci oratori cittadini: perché? E si provi infine a pensare, qualora l’assegnazione avesse davvero premiato una società di calcio femminile, di quale immagine d’avanguardia e al passo coi tempi avrebbe goduto e beneficiato Busto che, oltre alla presidentessa Patrizia Testa, sfoggia tante quote rosa (a cominciare proprio dall’Assessore allo Sport Laura Rogora) all’interno di Palazzo Gilardoni…

Per chiudere con una battuta, in linea peraltro con un provincialismo di fondo, è proprio il caso di dire: “Maria chiudi la busta”.

Mattia Brazzelli Lualdi

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