«Case “green”, direttiva UE da cambiare». A Busto asse bipartisan a sorpresa

BUSTO ARSIZIO – Tutti d’accordo in consiglio comunale: la direttiva UE sulle “case green” «non tiene in considerazione le peculiarità dell’Italia e va modificata». La mozione del centrodestra, promossa dall’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri, viene approvata all’unanimità, accogliendo tre emendamenti del PD a favore della transizione ecologica. «Mi auguro possa essere presa ad esempio da tanti altri comuni italiani» esulta l’eurodeputata bustocca, che è riuscita a far salire sul “carro” anche i Dem, i cui rappresentanti eletti a Bruxelles avevano invece votato a favore della direttiva.

Stesso voto, diverse letture

Ma se la leghista Tovaglieri, relatrice ombra all’Eurocamera di Bruxelles sulla direttiva EPBD per l’efficientamento energetico degli edifici, rivendica il risultato politico attribuendo all’opposizione «una scelta di responsabilità in contrasto con il voto ideologico espresso dalle sinistre al Parlamento europeo», il capogruppo del PD Maurizio Maggioni chiarisce il voto favorevole come una «presa d’atto della necessità di modificare date e vincoli, di fatto irrealistici per l’Italia, comunque approvati in sede di Parlamento Europeo nella convinzione fondata che le trattative in atto ora avrebbero consentito ai singoli Stati di allontanarne l’applicazione».

Le varie sfumature del Sì

D’altra parte, dietro all’unanimità al voto, il dibattito aveva fatto emergere tutte le diverse sfumature politiche sul tema: da una parte Fratelli d’Italia, che con Luca Folegani ha messo in evidenza «la distanza dell’Europa dai cittadini», dall’altra Gigi Farioli (Popolo Riforme e Libertà) che ricorda «il lavoro del governo, con il ministro Picchetto Fratin, non in antagonismo pregiudiziale rispetto all’Europa». E ancora Forza Italia, che per voce di Orazio Tallarida ricordava «l’opposizione forte e coesa del centrodestra italiano» nel Parlamento di Bruxelles, mentre Matteo Sabba (Lista Antonelli) stavolta ha votato a favore, dopo la sua non partecipazione al voto in commissione motivata dal fatto che «si è speso fin troppo tempo a parlare di questo argomento», fino ad arrivare a Giuseppina Lanza (PRL), che si è inerpicata in una personalissima, e a tratti fantasiosa, analisi sulle classi energetiche («per non arrivare alla classe E sono abitazioni che ancora un po’ non hanno neanche le finestre» oppure «per scendere in classe E basta mettere quattro spugnette per gli spifferi sotto le finestre»), prontamente smentita dai professionisti del settore immobiliare presenti in aula, Paolo Geminiani (FdI) e l’assessore Paola Reguzzoni (Lega). «Siamo in un Palazzo che ha tutte le finestre ma è in classe G» “rivela” Reguzzoni. Alla fine però al voto tutti d’accordo, sia sugli emendamenti che sul testo finale: unanimità.

La nota di Tovaglieri (Lega)

L’approvazione unanime e compatta da parte di tutto il Consiglio comunale di Busto della mozione a contrasto della direttiva EPBD sull’efficientamento energetico degli edifici, è un importante risultato bipartisan a difesa degli interessi dei cittadini. Ringrazio sia la maggioranza per il suo appoggio incondizionato, sia l’opposizione per aver compiuto una scelta di responsabilità in contrasto con il voto ideologico espresso dalle sinistre al Parlamento europeo, pur ribadendo, con un emendamento che è stato accolto, l’importanza della transizione ecologica in campo edilizio. Questa mozione, che mi auguro possa essere presa da esempio anche da molti altri comuni lombardi e italiani, ha l’obiettivo di sostenere e legittimare dal basso lo sforzo del governo per ottenere dall’Europa il riconoscimento dell’unicità del patrimonio edilizio italiano e tempi più lunghi per l’adeguamento delle abitazioni ai nuovi standard imposti da Bruxelles. In questa delicata fase negoziale, è fondamentale mantenere vivo il dibattito politico sui rischi della direttiva, che obbligherà milioni di italiani a investire i loro risparmi in onerose ristrutturazioni, pena la svalutazione degli immobili di proprietà.

La nota di Maggioni (PD)

Il diffuso contesto generale di accuse all’Europa “matrigna” comporta il rischio che l’opinione pubblica perda di vista gli obiettivi ambientali e gli stimoli all’innovazione che hanno invece animato il dibattito nella UE e negli organismi internazionali delle Nazioni Unite per affrontare i cambiamenti climatici.

Il segnale che viene dal documento, approvato in Consiglio Comunale unanimemente, indica invece un percorso costruttivo ed impegnativo.

Da parte delle minoranze e del PD vi è stata la presa d’atto della necessità di modificare date e vincoli, di fatto irrealistici per l’Italia, comunque approvati in sede di Parlamento Europeo nella convinzione fondata che le trattative in atto ora avrebbero consentito ai singoli Stati di allontanarne l’applicazione.

Abbiamo accompagnato questa preliminare constatazione alla richiesta, accettata dall’eurodeputata Tovaglieri, di chiarire che il percorso più opportuno per l’Italia sia quello di avviarsi a programmare piani di interventi per modifiche strutturali.

La piccola proprietà di tipo famigliare che caratterizza più dell’85% degli immobili residenziali rende oggettivamente difficile per l’Italia l’adeguamento a nuovi standard energetici. Tuttavia sarebbe grave e non risolutivo, se l’autorità pubblica, a tutti i livelli, assumesse un atteggiamento fatalistico e conservatore. Gli immobili registrerebbero, a causa di un’obsolescenza inevitabile, una marginalizzazione sul mercato. Occorrono quindi piani di intervento strutturali che mobilitino il Governo e gli Enti Locali. È il modo più costruttivo per recepire gli obiettivi proposti dalla UE e soprattutto per migliorare la qualità ambientale dei nostri edifici.

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