Casorate, sotto le rotte degli aerei il Pd si riscopre contro Malpensa

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CASORATE SEMPIONE – «Dispiace che alcune amministrazioni comunali di centrosinistra abbiano sottoscritto il protocollo d’intesa del Masterplan». Malpensa divide. Divide il Pd. C’è la corrente di chi cerca una mediazione in nome di uno sviluppo sostenibile, come esponenti che hanno dimostrato un’apertura al piano d’espansione dell’aeroporto. E chi non ci sta, grida allo scandalo ambientale e chiede alternative al consumo di suolo, come il segretario locale dem Tiziano Marson. Lo ha confermato il 26 gennaio a Casorate Sempione, durante il confronto sui temi che più fanno discutere. Dall’ampliamento del sedime, al traffico dei voli cargo. Ma anche le infrastrutture viabilistiche previste, il nodo Hupac e quindi gli effetti diretti da un punto di vista ambientale e sanitario.

Le linee della lista

Protagonisti della serata sono stati quattro candidati alle Elezioni regionali di febbraio. Tutti al fianco di Pierfrancesco Majorino, che all’interno della sua coalizione conta esponenti con visioni e approcci non propriamente coincidenti a proposito dello sviluppo di Malpensa. Gli ospiti a Casorate: Walter Girardi (Patto Civico) e Massimo Uboldi (Movimento Cinque Stelle), volti noti al territorio per la loro attività ambientalista. Il primo, come esponente di Viva Via Gaggio. Il secondo, come coordinatore di Unicomal. Al loro fianco erano presenti Luca Carignola (Pd) e Massimiliano Balestrero (Alleanza Verdi Sinistra). E la posizione di tutti i presenti, si declina nell’obiettivo dell’incontro riassunto da Marson: «Far emergere l’impegno di tutta la lista: trovare una soluzione ai problemi, possibile solo attraverso una Vas e una Vis».

Ambiente, sanità e Malpensa

«Parlare di Malpensa, vuol dire parlare di strutture, consumo di suolo e non programmazione», ha detto Girardi. «Perché questo ha fatto al giunta Fontana e quelle precedenti. Ognuno vuole il suo pezzettino senza fare una riflessione dal punto di visto economico, sociale e ambientale. Siamo nel mezzo di una crisi climatica che impone un cambiamento».

Parte dal terminal Hupac di Busto Arsizio, invece, l’intervento di Uboldi. Dai numeri, quei «14 milioni di tonnellate di merci trasportate». E quindi del collegamento ferroviario Gallarate-T2 che «è in fase di attuazione e sta devastando l’area verde». Non solo: il Masterplan e gli effetti sulla brughiera, «un’area di pregio naturalistico importantissima». Fino alla Lombardia, regione oggi «prima in Italia per la presenza di inquinanti». Numeri alla mano:

Per Carignola, «sui principi non ce da discutere, chiaro però che ci deve essere compatibilità ambientale e sociale con lo sviluppo di Malpensa». Alla base, la convinzione che «gli scenari del Masterplan siano da rivedere perché sono troppo a lungo termine. Ci sono stati eventi imprevedibili, lo sappiamo, che hanno avuto un impatto sul traffico aereo». Poi, il riferimento al Parco del Ticino e alla sua decisione di sfilarsi dagli accordo che hanno portato alla firma del protocollo d’Intesa: «Non si può non tenere conto della sua posizione. Siamo la Regione più inquinata d’Europa, è un primato che vogliamo scrollarci di dosso».
Così Balestrero: «Si tratta di un’area estremamente urbanizzata. Le opere vengono realizzate senza una programmazione». Da qui, la richiesta di una Vis, «perché la salute dei cittadini è fondamentale. Come l’ambiente». Ma anche di una Vas per Malpensa e un Piano d’Area per «un territorio martoriato».

Il riassunto

Nel frattempo, la nota diffusa da Marson per sottolineare la propria posizione sullo sviluppo di Malpensa:

I piani riguardanti il traffico dei voli cargo a Malpensa, lo sblocco delle opere infrastrutturali necessarie, la ricchezza prodotta qui da noi che porta crescita al paese non deve essere uno slogan che serve ad ignorare qualsiasi legge e/o regolamento esistente.
I cittadini di questi territori stanno già pagando con consumo del suolo, arterie congestionate e pericolose, servizi sanitari insufficienti, malattie tumorali e respiratori in aumento, posti di lavoro Si ma precari e sottopagati.

C’è un altro sviluppo possibile? La nostra risposta è SI

In particolare noi crediamo sia giusto che, come ricordato dal nostro rappresentante, si riparta dal documento approvato dell’assemblea provinciale nel 2011, che parlava esplicitamente di “sviluppo senza consumo“. Parole che dopo 12 anni appaiono sempre più attuali. I candidati presenti si sono trovati totalmente d’accordo su come affrontare il tema e sulle possibili soluzioni da proporre. Tutti ritengono indispensabile rivedere l’accordo sottoscritto dai sindaci del Cuv con Regione Lombardia, Provincia di Varese, Sea ed Enac, allargando le possibili ipotesi di sviluppo alle proposte di una più ampia area che raccolga i comuni del Castanese, quelli del Cor2 e quelli della sponda piemontese, investiti anch’essi dalle problematiche aeroportuali.

Secondo tutti e quattro i candidati, Regione Lombardia deve assolutamente riprendere in mano il Progetto del Piano d’Area per coordinare tutti gli interventi sul territorio e, tramite una Vas, verificarne la reale compatibilità con il contesto e dunque anche la loro effettiva e reale possibilità di essere realizzati, immaginando che per alcune strutture, Malpensa fra tutte, si debba finalmente immaginare un limite massimo che non possa mai essere superato in funzione della vivibilità degli abitanti e della continuità del paesaggio. I cittadini presenti si sono ritenuti soddisfatti del grado di conoscenza dell’argomento e della condivisione tra i candidati dei temi discussi.

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