Masterplan di Malpensa, la maggioranza di Beppe Sala si divide in Commissione

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I sindaci del Castanese e gli attivisti di Legambiente Lombardia in presidio a Palazzo Marino

MILANO – Il Masterplan di Malpensa divide il centrosinistra di Milano, il Comune che detiene il 54% di Sea. Punti di vista differenti, che portano gli esponenti della maggioranza del sindaco Beppe Sala a prendere direzioni opposte sul piano di sviluppo aeroportuale. Da una parte, Carlo Monguzzi (Europa Verde), non convinto delle opere di mitigazione concordate con Sea per l’espansione della Cargo City: «I 44 ettari di verde sacrificati non possono essere compensati da altri 30 non cementificati. Non è compensazione questa». Di contro, Filippo Barberis (Partito Democratico): «I progetti di sviluppo del 2009 sono stati ridimensionati del 90%: caspita se è coerente con l’attenzione all’impatto ambientale».

I presenti

Sono posizioni emerse oggi, 29 giugno, in Commissione Partecipate. Intorno al tavolo, i vertici di Sea – tra cui l’amministratore delegato Armando Brunini – per spiegare gli step del Masterplan che nel tempo hanno portato alla firma del protocollo d’intesa, avvenuto lo scorso 6 giugno. Ma anche i rappresentanti dei comitati ambientalisti, che fin dall’inizio si oppongono al piano d’espansione aeroportuale. Oltre, ovviamente, ai consiglieri comunali.

Maggioranza divisa

In maggioranza prendono posizioni diverse. Così Monguzzi: «Credo che insieme alla parola sviluppo ci voglia il termine coerenza. Se prendiamo tutti i documenti che parlano di sviluppo sostenibile – e di non cementificazione del territorio – e questo progetto, vediamo posizioni divergenti. Non si può dire una cosa e fare l’opposto, altrimenti si propagandano solo parole». A non convincere è la compensazione. Nel senso che «bisogna capire cosa vuol dire: se cementifico 44 ettari di verde e in alternativa dico che non ne cementifico altri 30, non è compensazione ma un assurdo. E non diamo per scontato che se si parla di riduzione e compensazione allora sia accettabile. Perché non è un programma. Se vi avessimo lasciato fare e non ci fossimo opposti (gli ambientalisti, al progetto iniziale, ndr), l’aeroporto sarebbe arrivato in piazza Duomo». Dal Pd, il piano viene letto con occhi diversi. Barberis: «Siamo di fronte a un intervento che sul piatto della bilancia propone un fondamentale interesse di sviluppo economico e strategico ma anche impegno sulla questione ambientale». E il percorso presentato – a suon di numeri – «è coerente». Tradotto: «Se l’area cargo è stata ridotta della metà come intervento sulla brughiera, c’è sensibilità ambientale per il suo impatto».

La minoranza sostiene

Dal fronte della minoranza, non ci sono dubbi per Forza Italia. Così Marco Bestetti: «Sono un assoluto sostenitore dello sviluppo sostenibile dell’attività aeroportuale di Malpensa e visti i numeri rappresentati credo che il potenziamento dell’attività Cargo sia da salutare con grande favore per le ricadute economiche e occupazionali che comporterà».

Ambientalisti e sindaci in presidio

Nel frattempo, durante la Commissione, gli attivisti di Legambiente Lombardia si sono dati appuntamento sotto Palazzo Marino. Così il presidente Barbara Meggetto: «Siamo qui per testimoniare che non vogliamo la distruzione della brughiera», ha detto. «Non importa quante compensazioni verranno fatte, il problema vero è che, nel momento in cui si mette una piastra di cemento o di asfalto sopra quei 44 ettari, noi abbiamo estinto la brughiera». Presenti al presidio anche i sindaci del Castanese: «Noi non ci fermiamo. L’abbiamo ripetuto in questi mesi e stiamo continuando a farlo. La salvaguardia dell’area che ci circonda e delle persone viene prima di ogni cosa e non deve passare in secondo piano». Perché è «un progetto andrà a creare ulteriori problemi. Continueremo a ribadire la nostra contrarietà».

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