Masterplan Malpensa, respinto il ricorso al Tar contro Regione Lombardia

MALPENSA – «Il ricorso è irricevibile per tardività della sua proposizione». Si legge così nella sentenza del Tribunale amministrativo regionale che ha respinto il ricorso presentato dalle associazioni ecologiste – tramite il Coordinamento Salviamo il Ticino – per chiedere a Regione Lombardia che la brughiera, vista la sua valenza naturalistica, venisse inserita tra i siti di importanza comunitaria (SIC).

Lo stato di fatto

Si tratta di una richiesta che il Parco del Ticino avanza da oltre dieci anni, con l’obiettivo di tutelare maggiormente la brughiera. Proprio l’area naturale a sud dell’aeroporto è stata una dei principali motivi di discussione negli ultimi tempi. Con il progetto del Masterplan di Malpensa, gli ambientalisti si sono attivati – e continuano a farsi sentire – per contenere l’impatto ambientale che l’espansione della Cargo City avrebbe avuto su uno dei gioielli naturali del territorio. Inoltre, spingere per inserire la brughiera fra i siti Sic faceva parte delle mosse di associazioni e comitati per scongiurare lo sviluppo aeroportuale. L’esito si conosce: il protocollo d’intesa del Masterplan è stato firmato lo scorso 6 giugno. E gli accordi hanno confermato quei 44 ettari da sacrificare in cambio dei 32 all’interno del sedime da restituire a verde.

I motivi

Nella sentenza del Tribunale amministrativo è riportato, come premessa, che «la Regione convenuta, nel negare alla ricorrente interesse alla conclusione del procedimento, avrebbe innanzitutto violato la disposizione […] secondo cui “le associazioni ambientaliste […] possono intervenire nei giudizi per danno ambientale e ricorrere in sede giurisdizione amministrativa per l’annullamento degli atti illegittimi”». Ma la norma «prevede un termine massimo entro il quale l’azione deve essere proposta. Tale termine è quello di un anno dalla scadenza del termine di conclusione del procedimento». In questo caso, è chiaro che quello attivato su istanza del 2011 dal Parco del Ticino «sia ad oggi abbondantemente scaduto da più di un anno». Ma «anche a volere estendere al massimo la durata del procedimento de quo, è provato in atti che dall’aprile del 2016 in avanti non vi sia stata più alcuna attività istruttoria». A questo si aggiunge che l’inerzia da parte di Regione «non implica che il suddetto termine non sia venuto in ogni caso a scadenza».

La nota dell’avvocato

Nel frattempo, l’avvocato Roberto Vellata – legale del Coordinamento Salviamo il Ticino – ha diffuso una nota con gli approfondimenti in merito alla sentenza. Questa:

Il Tar per la Lombardia ha comunicato oggi alle parti (Coordinamento Salviamo il Ticino e Parco del Ticino da un lato e Regione Lombardia dall’altro) la propria decisione in merito al procedimento contro il silenzio inadempimento di Regione Lombardia nel concludere la procedura per il riconoscimento dell’area della brughiera di Malpensa come sito di importanza comunitaria. Il Tar ha respinto il ricorso ritenendolo tardivo, in quanto proposto oltre l’anno dal termine per la conclusione della procedura. La domanda era infatti stata proposta dal Parco il 25/10/2011 e la Regione – avrebbe dovuto pronunciarsi per legge entro 180 giorni. Dalla scadenza di detto termine Parco (ed Associazioni) avevano tempo 1 anno per proporre ricorso contro il silenzio, termine abbondantemente scaduto anche se prorogato al 2016 quanto il Ministero dell’Ambiente non aveva ritenuto di esercitare i poteri sostitutivi di fronte all’inerzia della Regione.

La sentenza – per quanto negativa – contiene due indicazioni di grandissimo interesse:

1) Riconosce la legittimazione attiva delle associazioni a proporre ricorso avverso il silenzio

2) Statuisce che Regione Lombardia aveva il dovere di concludere la procedura e che lo doveva fare nel termine di legge di 180 giorni

La palla passa ora al Parco del Ticino che ha la possibilità di riproporre in Regione l’istituzione del SIC, sapendo che la stessa dovrà pronunciarsi nel termine di 6 mesi. E se non lo farà potrà essere proposto un nuovo ricorso avverso il silenzio, che, questa volta, non potrà che essere accolto.

Di tempo ce n’è perché parallelamente la procedura di VIA per il Masterplan di Malpensa 2035 – con le profonde modifiche contenute nel protocollo d’intesa dello scorso 6 giugno scorso – dovrà riprendere da capo, con tempi per la sua conclusione preventivabili in circa 1 anno

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