CASSANO MAGNAGO – Assicurazione sulla vita garantita. Ma è una truffa. Condannata a 2 mesi e 20 giorni una promoter di 32 anni. L a donna si è difesa in aula come una leonessa: «non sono stata io». I truffati, che hanno sporto denuncia due anni fa, sono una coppia di albanesi residenti a Cassano Magnago. «Mai apposto una firma su quei documenti». In aula non è nemmeno servito un perito: quelle sigle, apposte in stampatello quasi fossero state scritte da un bambino, sono apparse al giudice palesemente false.
Firme false
La promoter come detto ha negato sempre. Forse era stata lei a contattare le due vittime per chiedere loro di sottoscrivere un’assicurazione sulla vita. Ma non fu lei, stando alla sua versione, a falsificare le firme. E allora chi è stato? Il giudice non ha avuto dubbi in ogni caso: ha condannato la ragazza. Ci sarà forse un ricorso in appello anche se, ovviamente vista la tenuità, la pena è sospesa e c’è la non menzione. Il caso tuttavia è interessante perché solleva una problematica molto in voga attualmente. Ogni giorno decine di cittadini vengono contattati telefonicamente o, come in questo caso, di persona, per acquistare dei prodotti. Un’assicurazione sulla vita è di fatto un prodotto. Ogni giorno qualcuno viene truffato. La questione firme falsificate è purtroppo all’ordine del giorno. E’ accaduto in tutta la provincia. A Varese una promoter è a processo per aver truffato 46 clienti non solo per aver falsificato delle firme, ma addirittura per aver utilizzato senza permesso bancomat e carte di credito concessi in uso da clienti fiduciosi.
Denunciare sempre
Oggi il giudice ha condannato la procuratrice di polizze a due mesi e 20 giorni. In prima battuta è lei la responsabile dell’accaduto. Le firme sono risultate palesemente false. Le vittime si sono accorte dell’accaduto quando si sono viste recapitare a casa una rata da oltre 200 euro mai sottoscritta. Le forze di polizia invitano chiunque abbia subito la stessa sorte a denunciare.
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