CASSANO MAGNAGO – «Un grande rammarico, un vero peccato». Tutta l’amarezza di Stefania Passiu. Il consigliere di minoranza in quota Cassano Futura interviene sul caso della chiesetta di via Bonicalza, demolita la scorsa settimana per fare spazio ai piani di ampliamento di Tigros. Come è noto, nell’area che ospitava la chiesetta dei cacciatori – così come tanti la ricordano – sorgeranno i nuovi parcheggi destinati ai dipendenti che lavorano al centro distributivo che si trova nelle immediate vicinanze. E c’è chi non ci sta: «Non si può rinunciare così alla storia di una comunità, era un fazzoletto di terra», dice Passiu. «Perché non conservarla?».
L’effetto della grande distribuzione
Sui social fioccano i commenti dei cittadini che hanno maldigerito l’abbattimento della storica struttura. Ora anche dai banchi della minoranza si alza la voce. Dice Passiu: «Anche se era sconsacrata da anni, è un pezzo di storia di Cassano che se ne va». Una città, aggiunge, che «ha già sacrificato tanto per i supermercati e per la grande distribuzione. E in un territorio saturo, chi viene maggiormente penalizzato è il commercio di vicinato. Basta soltanto vedere San Giulio e quei negozi che nel tempo si sono ormai persi».
«Andava valorizzata»
Nell’era in cui la grande distribuzione si sta prendendo sempre più spazio – lo dimostrano i numerosi supermercati che continuano a insediarsi, tanto nel Gallaratese come altrove – la rappresentante di Cassano Futura si impone: «La chiesa andava valorizzata. Si dovevano effettuare tutte le ricerche necessarie fin dall’inizio e capire come mai la chiesa non sia stata inserita fra i beni da salvaguardare». Ma non solo: «Si poteva fare uno sforzo maggiore e magari rinunciare a qualche posto auto» pur di conservare il piccolo edificio. «E anche se si è deciso di concedere a Tigros una grande area, sicuramente necessaria da utilizzare come deposito, non si doveva rinunciare alla storia di una comunità».