«Cele Daccò, la Mecenate». A Lugano il funerale, riposerà nel cimitero di Orago

LUGANO – «Cele Daccò è stata e sarà la nostra stella». La ha ricordata così il sindaco di Jerago con Orago Emilio Aliverti, che ha presenziato alla cerimonia funebre in onore di Celestina Pasquali, detta Cele, vedova di Aldo Daccò, ieri pomeriggio, 5 agosto, al cimitero di Lugano. Cele è deceduta all’età di 102 anni. «Ora il nostro compito – le parole di Aliverti – è quello di rendere la giusta memoria ed il dovuto onore alla grazia che abbiamo incontrato e all’inestimabile dono che è stata per ciascuno di noi. Buon viaggio cara Cele». Dopo la cremazione, le ceneri di Cele Daccò verranno tumulate nella cappella della famiglia Daccò nel cimitero di Orago, a fianco del marito Aldo, dei genitori e dei suoceri.

La cerimonia

Celebrata dal parroco di Montagnola, don Matteo Pontinelli, la cerimonia funebre al cimitero del paese in cui Aldo e Cele Daccò hanno vissuto dagli anni ’50 è stata partecipata e ricca di commozione e affetto per la figura di Cele. Con il sindaco Aliverti erano presenti i rappresentanti della Fondazione Aldo e Cele Daccò per il Progresso, l’avvocato Fulvio Pelli e l’avvocato Pierfranco Riva, la presidente del Consiglio dell’Università della Svizzera Italiana Monica Duca Widmer, il rettore dell’Università di Lugano Boaz Erez, il professore ordinario dell’università di Ferrara Gian Luca Garagnani e il console dell’Ecuador Claudio Antonio Pantarotto. «Una cerimonia toccante» rivela il sindaco Emilio Aliverti.

«La Mecenate»

«Cele Daccò, nove lettere e un accento, la Mecenate. Grazie di averti potuto conoscere». La ha salutata così l’avvocato Fulvio Pelli, intervenuto a nome della Fondazione Aldo e Cele Daccò per il Progresso. Assicurando che il mecenatismo e le attività filantropiche non si fermeranno. «Noi che la salutiamo, noi ticinesi della sua e loro patria d’adozione, ma anche voi nostri vicini della sua mai dimenticata Lombardia godremo ancora per molti anni dei frutti del suo mecenatismo – le parole dell’avvocato luganese – il suo patrimonio, quello che lei ha saputo moltiplicare e poi voluto mettere a disposizione della collettività, le sopravvivrà e continuerà ad alimentare lo sviluppo sociale dei nostri paesi». Pelli ha ricordato che «Cele Daccò ci lascia, dopo una vita lunga, forse non meno degli straordinari contenuti che l’hanno caratterizzata. Riposerà dopo una vedovanza quasi da “nozze d’oro” vicino ad Aldo, là dove tutto è cominciato e dove il loro cuore è sempre rimasto».

La generosità «naturale»

«Cele Daccò ci ha testimoniato e quindi insegnato cosa significhi amare l’uomo, cosa significhi spendersi ed impegnarsi per eccellere, non per una mera gratificazione personale ma per il bene e lo sviluppo dell’intera società – le parole del sindaco Emilio Aliverti nel corso della cerimonia – non ha mai voluto apparire, esibirsi, invece, con discrezione, ha incoraggiato, sostenuto, avviato opere e realtà che hanno profondamente inciso nel tessuto sociale, culturale ed economico delle nostre, delle Sue terre. Qui in Ticino come in Italia, a Ranica, a Ferrara, a
Gaggiano e a Jerago con Orago, il paese della sua Liasa». Cele Daccò, ha proseguito il sindaco, «ci ha sempre ricordato, con grande umiltà, che la vita è stata straordinariamente generosa
con lei e per questo motivo le è sempre parso naturale (lo ripeteva spesso) e mai “eccezionale” restituire tanto bene ricevuto per veder germogliare e crescere benessere, cultura ma soprattutto eccellenza». Per questo motivo nel mese di settembre, annuncia Aliverti, «organizzeremo a Jerago un evento importante per ricordare Cele Daccò, invitando tutte le realtà rappresentative del mecenatismo della signora». L’ex sindaco e attuale assessore Giorgio Ginelli ha manifestato anche l’intenzione di intitolare a Cele Daccò la nuova sala polivalente che sorgerà nel complesso delle scuole medie di Jerago grazie all’ultima donazione della Fondazione Aldo e Cele Daccò per il Progresso.

Non solo Jerago con Orago

A Lugano la ricordano come «illuminata mecenate», che ha contribuito alla nascita dell’Università della Svizzera Italiana e della facoltà di Teologia, tanto che dal 2003 Cele era membro onorario dell’USI per aver «reso possibile la realizzazione del Campus universitario di Lugano». La Mecenate ha sostenuto anche la Supsi, scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana, e l’IRB, l’istituto ricerche Bellinzona. Al prestigioso Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” esiste un Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò”, con sede a Villa Camozzi a Ranica (in provincia di Bergamo), che nei mesi scorsi è stato in prima linea nelle analisi sul sequenziamento delle varianti del Covid. A Gaggiano, in provincia di Milano, città di origine del marito Aldo (era anche nipote di un ex sindaco), la Fondazione con una donazione di circa 400mila euro aveva consentito nel 2013 la trasformazione della vecchia palestra in biblioteca, a cui era seguita una ulteriore donazione di 500mila euro per riqualificare quella che è l’attuale piazza Aldo Daccò, oltre ad aver sostenuto delle borse di studio per gli studenti gaggianesi più meritevoli. All’università di Ferrara è attivo dal 1956 il Centro studi sulla corrosione e metallurgia “Aldo Daccò” noto a livello internazionale, che svolge attività di ricerca e trasferimento tecnologico nell’ambito della corrosione e della metallurgia, istituito per volontà del marito di Cele Daccò quando era presidente dell’associazione italiana di metallurgia.

La scomparsa di Cele Daccò, benefattrice di Jerago con Orago. Aveva 102 anni

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