Unità del centrodestra? Antonelli: meglio dividerci

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Il centrodestra deve rimanere unito. E’ il refrain che gira in provincia di Varese, quasi fosse un dogma “sparato” a tutto volume. Soprattutto dopo che, a Busto Arsizio, Gigi Farioli, che del centrodestra è sinora stato uno degli esponenti di maggior prestigio, ha rotto l’incantesimo. Una scelta, la sua, certamente clamorosa, ma nemmeno un’eresia alla luce di quanto, proprio nel centrodestra, sta accadendo a livello nazionale. Qualcosa non funziona più come una volta: non lo diciamo noi, ma i fatti di queste ultime settimane, anzi, di queste ultime ore (vedi l’assenza di Giorgia Meloni alla presentazione del candidato sindaco di Milano).

Nella nostra provincia si cerca di tenere assieme una coalizione che presenta parecchi spifferi, a cominciare dal disagio più volte sottolineato di Forza Italia, fino ai malumori di Fratelli d’Italia a Gallarate e, dulcis in fundo, della Lega a Busto Arsizio. Lega che vive una sorta di psicodramma: costretta a sostenere Emanuele Antonelli benché ne abbia sempre criticato l’atteggiamento dispotico. “Ordini dall’alto” si giustificano i leghisti bustocchi. Qualcuno, naturalmente nel più stretto anonimato, spiega che il diktat arriva direttamente da Matteo Salvini, il quale sponsorizza senza se e senza ma Andrea Cassani a Gallarate e, affinché rivinca le elezioni, impone l’alleanza anche a Varese e Busto Arsizio con Fratelli d’Italia, in cui milita Antonelli. Vero? Falso? Non lo sapremo mai. Il risultato è che si sta assieme obtorto collo, che nessuno eccepisce pubblicamente e che, piaccia o no, il centrodestra finge che tutto va bene madama la marchesa.

Ma non è così. Tanto che, per restare a Busto, il ciellino Raffaele Cattaneo, non proprio l’ultimo della combriccola, chiede che Antonelli e il fuoriuscito Farioli facciano, ciascuno per la propria parte, un passo indietro. Appello di buon senso, ci sembra di capire. Il problema è che la politica cammina sulle gambe degli uomini, molto meno sui principi. Così, Farioli conferma lo strappo, pronto a formare una coalizione di riformisti e moderati contro l’attuale sindaco; e Antonelli, senza rifletterci un momento, invia un messaggino a un esponente locale di Noi con l’Italia, il partito di Cattaneo, che vanifica sul nascere qualunque tentativo di conciliazione.

Scrive Antonelli nel WhatsApp che ora gira in rete: “Dopo le dichiarazioni di Cattaneo che preferisce Farioli uno che va con la sinistra per i suoi valori morali e non lo fa per soldi, forse è meglio dividerci”. Capito? Meglio dividerci, quale unità del centrodestra? Quale unità, dopo Busto Arsizio, anche a Varese e a Gallarate? La domanda è legittima quando, agli inviti a più miti consigli, si fa di tutto per spaccare. Si parla in modo sibillino di soldi, senza naturalmente spiegare. Si insinua e si rispediscono al mittente dichiarazioni che hanno l’intento di ricomporre il quadro di riferimento, non di annientarlo.

Nel centrodestra varesino c’è chi lavora al contrario, chi è divisivo all’eccesso e non comprende che proprio il suo atteggiamento è uno dei motivi, forse il motivo principale, dei tanti, troppi maldipancia e delle fughe in avanti. Il punto è che ne sono tutti consapevoli (quando diciamo tutti, significa tutti) ma nessuno ha il coraggio (e la convenienza politica) di prendere il toro per le corna e far saltare il banco per ricomporlo da capo. Per Antonelli è un percorso in discesa, senza ostacoli: lo lasciano fare e lui ci sguazza. Quello di Farioli è, per il momento, un tentativo che spariglia ma che, senza una reale sostanza politica, potrebbe rivelarsi velleitario. E chi prova a dire le cose come stanno, come Raffaele Cattaneo, viene mandato a quel paese. Dove, diciamolo fuori dai denti, dovrebbero finirci ben altri esponenti di questa politichetta da strapaese che calpesta il buon senso. E non ha pudore.

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