Chiediamo un “colpo di fulmine”!

patrini russia consacrazione

di Luigi Patrini

Dopo lo scoppio del drammatico conflitto provocato dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin, il Papa ha accolto la richiesta dei Vescovi cattolici dell’Ucraina, condivisa anche da quelli della Russia, di consacrare i due Paesi al Cuore Immacolato di Maria. Ricordiamo che la Madonna stessa, nell’apparizione del 13 luglio 1917, aveva chiesto ai tre piccoli pastori di Fatima di far consacrare al Suo Cuore la Russia, che era allora in preda alla grave crisi provocata dalla prima guerra mondiale e stava per diventare il primo Stato fondato sull’ateismo.

Già Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno fatto la consacrazione, che ora Francesco ripete in modo solenne, oggi 25 marzo, nella basilica di San Pietro, nel giorno in cui si celebra la Festa dell’Annunciazione, in contemporanea con l’analoga celebrazione che il suo inviato a Fatima, l’elemosiniere pontificio Cardinal Konrad Krajewski, compirà nel Santuario in Portogallo. La coincidenza della doppia celebrazione con la festa dell’Annunciazione è molto suggestiva e significativa, perché la storia della Salvezza inizia proprio in quel giorno, quando Maria accolse la richiesta rivoltale dall’Angelo Gabriele di essere la Madre del Figlio di Dio. Salutata dall’Angelo come la “piena di Grazia” (Lc 1,28), Maria fu molto turbata e l’Angelo espresse la Volontà Divina con un rassicurante “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. Poi proseguì: “Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

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Luigi Patrini

Quel “non temere, Maria” è molto bello. Ricorda in qualche modo quel che disse con grande forza Giovanni Paolo II il 22 ottobre ‘78 nel suo indimenticabile discorso di insediamento: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!”. Bello e significativo è anche il richiamo – espresso dall’Angelo – al fatto che il regno di quel Figlio sarebbe durato “per sempre e senza fine”. L’Annunciazione, dunque segna l’inizio di una storia di salvezza che si compirà “per sempre” con la vittoria del Cristo, l’unico vero Redemptor hominis.

“Quante sono le divisioni del Papa?” chiedeva già con ironia Stalin. Lui, che da piccolo era stato chierichetto, avrebbe dovuto sapere che la preghiera è, come sempre, l’unica vera “arma” del Papa. Questo è lo snodo fondamentale della questione: noi Europei ci siamo allontanati da Dio e così non riusciamo ad imparare la lezione del terribile secolo trascorso, che ha visto guerre tragiche e violenze sconvolgenti: il nuovo secolo è già cominciato con l’11 settembre e le Torri Gemelle, con crisi economiche e pandemia che hanno messo alla prova duramente la parte più debole dell’intera famiglia umana. Adesso cominciamo a leccarci le ferite di questa Terza Guerra mondiale, cominciata “a pezzetti”, come dice Francesco, ma già così terribile nei suoi effetti devastanti. Quello che il Papa chiederà a tutti è, in fondo, di usare seriamente la Ragione, quella Ragione che ci fa ben capire che, come dice il Domenicano francese Adrien Candiard, “Un colpo di fulmine ci trasforma più profondamente della lettura del Codice Penale”. Il richiamo che ci farà Francesco alla preghiera e alla conversione del nostro cuore, quando manifesterà la pressante richiesta alla Madonna di intercedere a favore degli uomini in una circostanza di drammatica gravità, sarà semplicemente la richiesta di un atto d’amore vero per la Madre di Dio, per Colei che Dio aveva promesso già ai progenitori, avrebbe saputo schiacciare la testa del serpente.

Quel che ci occorre è un colpo di fulmine per Maria, riconoscendo che l’uomo, quando dimentica la sua origine dal Disegno buono di Dio, diventa capace di odiare, ma non sa più amare in modo vero nessuno, perché, non amando Dio sopra ogni cosa, non sa più amare neppure sé stesso e, non amando sé stesso, finisce con l’odiare – e lo facciamo “benissimo”, purtroppo – in mille modi anche il nostro prossimo. Chiedendo al Papa di consacrare la Russia e l’Ucraina a Maria, i Vescovi non hanno chiesto la consacrazione dell’Ucraina per difenderla dai suoi nemici: hanno chiesto di consacrare Russia e Ucraina insieme, perché si ritrovino fra di loro e ciascuna ritrovi sé stessa. Per questo pregheremo, solo perché ciascuno impari ad amare davvero sé stesso!

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