Ciclabili sui marciapiedi, i dubbi di Busto al Centro: «Troppa fretta e troppi rischi»

BUSTO ARSIZIO – «Troppa fretta». Sulla pista ciclabile di viale Alfieri e viale Pirandello i dubbi del gruppo Busto al Centro, che due settimane fa ha depositato un’interrogazione in consiglio comunale sullo studio della mobilità ciclabile presentato in commissione. Il primo step, quello della controversa pista da un chilometro e 250 metri sui marciapiedi dei viali Alfieri e Pirandello, non convince: «Non siamo contrari a questo tipo di evoluzione, ma siamo critici, o quantomeno perplessi, sulla soluzione mista ciclo-pedonale promiscua per via dei rischi che comporta – sottolinea il coordinatore di Busto al Centro Gianfranco Bottini – e Speroni non può venirci a dire che a Strasburgo va tutto bene con le piste ciclabili sui marciapiedi, se poi ci mostra immagini di marciapiedi molto più larghi. Anche perché una cosa è proporre una soluzione del genere su via Lonate, dove c’è spazio per tutti in sicurezza, altra questione è viale Alfieri. Quindi la nostra non è una presa di posizione pregiudiziale ma contestuale».

Prima valutare e sperimentare

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Ma nel mirino di BaC c’è soprattutto l’atteggiamento dell’assessore alla viabilità Max Rogora, che ha definito quella dei marciapiedi come l’unica soluzione per evitare di dover tagliare piante o togliere posti auto a bordo strada: «Rogora non può permettersi di dire “o così o Pomì” – afferma Bottini (nella foto) – il suo compito è di tenere in considerazione tutte le componenti coinvolte, anche quelle che non sono di suo interesse “elettorale”. Deve valutare, sperimentare. L’arroganza qui non funziona. È una materia che andrebbe trattata in maniera diversa, innanzitutto senza tutta questa fretta e urgenza: lui che è il Leonardo da Vinci della viabilità di Busto deve capire che per evitare di creare caos deve valutare in maniera attenta e condivisa, anche con soluzioni diverse».

«Fretta di sperimentare i monopattini?»

Da BaC si ipotizzano, ad esempio, «tracciati meno frequentati, come quelli suggeriti da Legambiente, oppure l’introduzione di una “zona 30” con la velocità massima a 30 km orari per rendere più sicura la coabitazione tra automobili e biciclette, o ancora cambiare qualche senso unico e togliere qualche parcheggio, purché si valutino caso per caso alternative ragionevoli». Ma, oltre ad una questione di merito, Bottini & C. contestano anche il metodo utilizzato: «La motivazione dell’urgenza è ridicola. Serve buon senso per fare le cose fatte bene, invece di questa fretta. Un po’ sospetta – secondo il coordinatore dei civici centristi – perché se in parte potrebbe essere motivata dall’intenzione di utilizzare i finanziamenti arrivati da Roma, traspare anche la volontà di accompagnare la novità del servizio dei monopattini in sharing, il che non è accettabile».

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